Una parola campeggia in tutte le lingue del mondo ed è dignità. Chi in questi giorni si trova a seguire il dodicesimo Forum sociale mondiale che quest’anno si svolge a Tunisi, racconta così l’arrivo e il primo impatto con la città magrebina, da cui nel 2011 partì la scintilla della rivolta.
Le quasi 5.000 organizzazioni coinvolte da più di 47 paesi, il numero imprecisato di persone arrivate da ogni parte del mondo, 30.000 solo per la marcia inaugurale di due giorni fa, e la gigantesca partecipazione da parte della popolazione locale, hanno fatto gridare in molti “al miracolo”. Un miracolo che forse ci si doveva aspettare, vista la scelta simbolica del luogo (la prima volta in un paese arabo) , quella Tunisia appunto dove la rivoluzione, come dicono gli stessi abitanti, non è ancora finita, e visto il proliferare, soprattutto negli ultimi anni, di movimenti di contestazione al sistema economico-finanziario attuale ( indignados, occupy…) che avevano fatto tornare in mente l’atmosfera di Porto Alegre.
Nel nome della dignità i partecipanti al Forum tornano dunque a discutere di diritti sacrificati sull’altare dell’austerity.
Di diritti ancora da conquistare o da tornare a rivendicare parla l’assemblea delle donne, che apre i lavori del forum, al centro la condizione femminile nel mondo arabo e il contrasto al femminicidio, ma di diritti si parla anche in riferimento alla condizione dei migranti, in un paese come la Tunisia che ha visto tanti suoi figli partire per poi sparire nel nulla.
In questa direzione va per esempio l’appello per la costituzione di un’Assemblea dei Movimenti dei Migranti e delle Associazioni di solidarietà che mira appunto a mettere in rete idee ed esperienze così da trovare un percorso comune che vada verso un concetto più ampio di cittadinanza. Accanto alla proposta dell’assemblea si collocano poi la campagna europea Frontexit ( http://www.frontexit.org/en/) che chiede una maggiore trasparenza per l’attività svolta dall’agenzia Frontex e l’Europa sono anch’io, emula della campagna portata avanti in Italia per i diritti di cittadinanza.
E tra le oltre 1.700 attività previste in questi quattro giorni fa capolino anche la battaglia per l’acqua bene comune che ha visto nel Water Justice Day, promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua e dal Movimento Europeo, un momento di incontro e di confronto con attivisti giunti dai diversi continenti: dall’India al Sudafrica al Cile, proprio nei giorni in cui la campagna per l’acqua bene comune approda in Europa con un’iniziativa dei cittadini europei (www.acquapubblica.eu ).
Naturalmente rimangono temi forti del forum la difesa dell’ambiente, il lavoro, la democrazia, la giustizia sociale, la lotta al neo-liberismo… e, sebbene sia ancora presto per tracciare un bilancio ( bisognerà attendere la chiusura il 30 marzo) le premesse, sembrano buone.
Per info: http://www.fsm2013.org/en