BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Un’altra!? Già, un’altra

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Ma l’esclamazione del collega non si rivolge all’ennesimo cadavere di donna. Massacrata, come si continua a leggere nelle cronache, non dal marito, dal moroso respinto, dal padre, bensì da concetti astratti ma armati: gelosia, raptus, onore… Quell’esclamazione discende dalla mia richiesta di pubblicare l’annuncio di “Desdemona e le altre”, lo spettacolo interattivo di Giulia – e più esattamente di GiuliaLombardia – che va in scena fra poche ore alla Camera del Lavoro di Milano (4 marzo, ore 20, corso di Porta Vittoria 43, ingresso gratuito) e che ha come sottotitolo “Il femminicidio dalla letteratura alla cronaca”. Un’altra iniziativa sul femminicidio!? è questo che intende dire il collega, che sì si dichiara sensibile al tema, ma insomma troppo stroppia, va be’ che è la settimana dell’8 marzo… Poi si illumina. Perchè la cronaca gli è venuta in soccorso, come regolarmente fa, un giorno sì ed uno no, da anni, secoli, millenni probabilmente (ma prima le donne ammazzate dai parenti non facevano statistica). 

Infatti ieri in provincia di Udine, ad Attimis, il 51enne Silvano Cantarutti ha ammazzato con una mazza da baseball la moglie, di cui non si dice il nome. Tanto è morta, no? Però si sottolinea “la vittima originaria di Antigua nei Caraibi” e subito subito si aggiunge “Movente passionale”. Come se il cronista (UdineToday) strizzasse l’occhio al lettore. Due giorni fa invece TgCom24 aveva strizzato tutti e due gli occhi, offrendo ampie giustificazioni: “Raptus di follia in provincia di Torino: Franco Pons, malato di depressione ha ucciso la moglie di 64 anni e la figlia disabile e poi si è costituito ai carabinieri. Il 77enne ha colpito le due donne a martellate mentre dormivano. Poi, per essere sicuro di averle uccise, le ha accoltellate”. Un tipo preciso.
Ecco, Desdemona è questo. Non una messa in scena tradizionale, non un dibattito. Ma lo spettacolo, ahinoi, del femminicidio in letteratura e in cronaca nera. La radiografia di come e quanto il nostro – nostro di giornalisti – modo storto di raccontare finisca col reiterarlo. Sempre di ammazzamenti di donne, preferibilmente mogli o fidanzate o comunque signore che non ne vogliono più sapere, ieri ed oggi, si parla: con poca differenza, se non di qualità artistica, fra tragedie, melodrammi o terzine (o anche feuillettons) da una parte e articoli di giornale o servizi televisivi dall’altra. Gli stereotipi non cambiano. Se l’era cercata, o mia o di nessuno, colto da raptus, dramma della gelosia…
Con Desdemona diamo, anzi ridiamo la parola anche a donne che questa violenza estrema l’hanno subita e non la possono più raccontare. Perché la letteratura ci consegna sempre il punto di vista di “lui”. Quindi la parola passa ad altre donne ancora, che, testimoni del tempo quali sono le/ i giornaliste/i, provano a rispettare assieme il dovere di cronaca e la dignità delle vittime, attraverso un’ “informazione corretta”.
Sul palco dunque colleghe e colleghi, attrici, ospiti, video, violini, contrabbassi…, con Maxia Zandonai a condurre e coordinare i brani di film, di interviste video, di letture, melodrammi, poesia intervallati e “spiegati” dai dialoghi con gli ospiti. Dialoghi col magistrato Fabio Roia che da un ventennio giudica specificatamente prevaricazioni e terribili violenze, con la criminologa Francesca Garbarino che dentro e fuori le carceri aiuta i violenti a riconoscere i propri visceri oscuri, con due uomini che riflettono sul proprio genere – Alessio Miceli di Maschile plurale e Enrico Finzi giornalista e ricercatore, che ci racconta i molti “modi del possesso maschile” -.
“Questo non è amore” ci dirà la vicedirettrice del Corriere della Sera, Barbara Stefanelli, affrontando il tema della responsabilità gerarchica (la catena di comando in redazione) e che, sui temi di genere, ha lanciato sul quotidiano il seguitissimo blog 27esima Ora. Ma qualche passo avanti è stato fatto e va riconosciuto, assieme al contributo che viene dalla riflessione femminista e anche da un’ironica “antropologia delle mamme”: la prima per bocca di Lea Melandri, presidente della Libera Università delle Donne, e la seconda dall’editorialista della Repubblica e scrittrice Natalia Aspesi. Con due video curati da Rita Musa.

Maddalena Crippa con Rossana Carretto, Cinzia Massironi, Silvano Piccardi ed Elisabetta Vergani saranno le/gli appassionati interpreti. Incredibile, si avrà anche modo di riderne…
Importante poi è sottolineare che lo spettacolo, pensato dentro “GiULiA” – la rete delle giornaliste – ha beneficiato anche di contributi maschili. L’idea è di Gegia Celotti, affiancata per l’elaborazione dei testi da Saverio Paffumi, Anna Bandettini, da me e da Silvano Piccardi che firma anche la regia e l’allestimento. Scenografia di Gigi Piantanida. L’accompagnamento e il commento musicale “live” di Desdemona e le altre è a cura dell’ Orchestra Femminile Italiana (violini Paola Diamanti, Lucia Ronchini, Elsa Righetti, Giorgia Righetti; viola Na Li; violoncello Giulia Gillio; contrabbasso Chiara Molent; direttore Roberto Giuffrè).
Nel libretto di sala i testi accompagnano gli spettatori in questa discesa agli inferi domestici. E chiedono a tutti l’impegno personale a riflettere e a dare il proprio contributo per fermare la barbarie.

Infine due cose: un ringraziamento grande e sentito a chi ha reso possibile Desdemona. Ossia ai due patrocinatori, l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia (anche finanziatore! perché gli allestimenti, le locandine, i libretti, le scenografie costano e tanto) e il Comune di Milano. Quindi alle promotrici, le Donne di Cgil, Cisl e Uil che hanno inserito lo spettacolo nelle iniziative della Settimana della Donna a Milano. Poi alla Camera del Lavoro che ha concesso gratuitamente spazi, mezzi e tecnici. Infine ma non certo ultima la gratuità con cui attrici, musiciste (e colleghe e colleghi) hanno messo a disposizione le loro professionalità ed energie, e il loro tempo.
Ci stanno già chiedendo: e le repliche? Fateci finire la prima e poi ne parliamo. Beninteso, dopo averci finalmente dormito sopra almeno per un paio di giorni…


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