“Cari Onorevoli, a scriverVi siamo i tanti ragazzi di tutto il Paese che lo scorso anno hanno animato e portato avanti, insieme a tante associazioni e migliaia di cittadini, la Campagna “L’Italia Sono Anch’io”. Per mesi e mesi abbiamo fatto banchetti, volantinaggio per le strade, assemblee nelle scuole e nelle piazze, e tutto questo per portare avanti una battaglia importante, una battaglia per il nostro Paese, La battaglia per la Cittadinanza”. Così esordisce la petizione lanciata sul sito Change.org da Elvira Ricotta Adamo, filippina giunta in Italia a d appena un mese di vita e attulamente responsabile delle Pari Opportunità dell’Unione degli Universitari. La petizione ha superato le 20mila firme.
“In Italia infatti – prosegue la lettera di Elvira – più di un milione di bambini e ragazzi, figli di immigrati, nati e cresciuti nel nostro Paese, si ritrovano cittadini a metà. Pur crescendo, studiando, giocando e vivendo nelle nostre città esattamente come i loro coetanei, non hanno la cittadinanza a causa di una legge obsoleta come la l 91/92 che ne impedisce il diritto alla nascita. Non si tratta solo di una battaglia per un diritto in astratto, ma di una rivendicazione di diritti che permettano la piena realizzazione dei bambini e dei ragazzi che nascono e vivono qui.
Tante sono infatti le discriminazioni che vivono i ragazzi di II generazione: dal non poter andare in gita scolastica al non poter praticare sport a livello agonistico; dal non riconoscimento del titolo di studio ai fini lavorativi al mancato inserimento nel mondo del lavoro a causa del loro status di “immigrati” pur non essendolo.Per questo motivo, ispirandoci anche all’articolo 3 della nostra Costituzione che stabilisce il principio dell’uguaglianza tra le persone, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento, abbiamo sostenuto con tutte le nostre forze questa Proposta di Legge Popolare che promuove lo Jus Soli e quindi il diritto alla cittadinanza per i ragazzi che nascono e crescono in Italia.
Le avversità sono state tante, non tutte le forze politiche hanno sostenuto la nostra battaglia e far breccia sulla stampa e sui media non è stato facile, soprattutto inizialmente.Le sorprese e le soddisfazioni più grandi le abbiamo avute per le strade, nelle città, parlando con le tantissime persone che, molto spesso, non erano a conoscenza di una legge così assurda e che davano per scontato che “ chi nasce e cresce in Italia è italiano”.
Giovani, donne, lavoratori e anziani di tutto il Paese hanno preso talmente a cuore questa battaglia al punto che il risultato ottenuto è stato straordinario.
A fronte delle 50.000 firme necessarie infatti per presentare la proposta di legge popolare, abbiamo raccolto più di 110.000 firme!!!
Abbiamo depositato la proposta di legge ed eravamo davvero entusiasti, davvero contenti di aver potuto, con le nostra forze e dal basso, partecipare e contribuire ad un cambiamento così grande e cosi bello per il nostro Paese.
Purtroppo però, la proposta di legge pur essendo stata calendarizzata non è mai stata discussa in Parlamento durante la scorsa legislatura.
Ecco le ragioni di questa lettera aperta e del nostro appello a Voi.
Migliaia di persone hanno creduto e credono fortemente in questa battaglia per la cittadinanza ed è giusto dare un riscontro positivo a questa grande voglia di riscossa nonché grande prova di partecipazione attiva alla vita del Paese.
Per questo motivo vi chiediamo di essere anche voi portavoce in Parlamento e nelle altre sedi istituzionali e di far vostre le rivendicazioni e i contenuti della campagna L’Italia Sono Anch’Io affinché si discuta la proposta di legge e si cambi la legislazione sulla cittadinanza.
Vi chiediamo di schierarvi dalla parte di tutti i cittadini che credono che un cambiamento “dal basso” sia possibile e che hanno sostenuto questa proposta di legge popolare.
La battaglia non sarà facile, non tutti i partiti e le forze politiche appoggeranno queste idee, però crediamo fortemente che il cambiamento sia possibile e già la raccolta di centinaia di migliaia di firme ne sono la prova tangibile”.