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Lettera a Grillo: “13 senatori MS5 hanno deciso di votare per Grasso? Niente di scandaloso”

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro lettore indirizzata a Beppe Grillo all’indomani del voto al Senato che ha eletto presidente Pietro Grasso.

Caro Beppe Grillo,

mi chiamo Luigi Briganti e sono un iscritto al moVimento dal settembre del 2010. Ho anche provato a candidarmi alle parlamentarie dello scorso novembre, ma non ho potuto farlo perché i posti erano riservati solo agli esclusi dalle passate elezioni, né ho potuto votare perché mi è risultato difficile (e mi risulta ancora adesso) caricare il mio documento di identità sul sito del moVimento stesso. In ogni caso, alle passate elezioni ho votato per il M5S. Non lo posso dimostrare, ti devi fidare, ma se non lo fai, il web è pieno di discussioni che mi vedono difensore della scelta che ho fatto.

Premesso questo, ti scrivo perché ho intenzione di dirti quel che penso riguardo al tuo modo di intervenire nella vita pubblica di questo Paese e di come commenti e cerchi di indirizzare la libertà di coscienza di 163 Deputati e Senatori (cittadini). Si tratta di cittadini eletti da otto milioni e mezzo di altri cittadini come loro e che – ti piaccia o no – sottostanno all’articolo 67 della costituzione, che nonostante il tuo disprezzo, è ancora in vigore. Di più, se il vincolo di mandato li esula dal rendere conto delle loro azioni ai loro elettori, ancor meno li svincola da ciò che tu pensi o non pensi di quello che fanno. Obietti che hanno firmato un documento che li obbliga a non fare alleanze, e a mostrare la dovuta trasparenza in ogni scelta che fanno. Avresti ragione se quel documento non fosse poco meno che carta straccia. Nel nostro ordinamento giuridico, ogni regolamento, norma e legge che contrastano con la Costituzione non hanno alcun valore legale. E quel documento contrasta con l’articolo 67 della Costituzione.

Perché dico queste cose? Perché non ci vedo niente di clamoroso e scandaloso se 13 senatori hanno deciso di votare per Pietro Grasso alla presidenza del Senato. È inciucio? No, è responsabilità. La scelta era tra Schifani e Grasso. Per quanto non stimi il secondo – che ha riconosciuto a Berlusconi ampi meriti nella lotta alla mafia, ed è di fatto un prodotto di Berlusconi, per le vicende legate alla sua nomina, che tutti conosciamo – di sicuro non posso dire che è uguale al primo. E i 13 senatori M5S che hanno votato per lui devono aver fatto lo stesso ragionamento. Per di più si dice che:

1) abbiano votato per Grasso i senatori siciliani che si sarebbero preoccupati della figura che avrebbero fatto di fronte agli elettori se Schifani fosse diventato presidente del Senato per una loro astensione; hanno dimostrato che il loro rapporto con i cittadini è saldo e che la loro opinione conta più di tutto.

2) che la decisione partorita dalla riunione tra i senatori M5S abbia decretato la libertà di coscienza. Che anche se non la condividi è una decisione presa a maggioranza, contrariamente a quanto sostieni sul tuo blog.

Caro Beppe Grillo, per quanto ti stimi e ti reputi una persona che mi faccia ridere e riflettere allo stesso tempo durante i comizi, devo chiederti di smetterla di mettere bocca su ogni questione. Non hai voluto candidarti e farti eleggere in Parlamento, non hai nessun diritto di decidere cosa i cittadini presenti in parlamento debbano votare o non votare, quando debbano dimettersi o non dimettersi, a chi debbano o non debbano la propria obbedienza.

Te lo chiedo perché sono stufo di come stanno andando le cose in questo Paese. La situazione è critica e rischia di diventare drammatica. Io come milioni di altri giovani sono senza lavoro e non riesco a trovarne. Sto per laurearmi in una disciplina – la Storia Medievale – che non mi darà alcuno sbocco, e probabilmente dovrò emigrare all’estero per cercare di far fruttare gli studi che i miei genitori hanno cercato di garantirmi con molti sacrifici. Ho votato M5S perché volevo il cambiamento, non per vedere che questo è ben al di là da venire. E non è colpa dei partiti, che sono come sono e lo sanno tutti. È colpa tua, che ti sei presentato come il megafono dei cittadini e ti stai rivelando essere l’occhio e la voce del Grande Fratello di Orwell.

Basta! Non è più tempo di tergiversare. Non è il momento di fare “chi so’ je e chi si’ tu”, come si dice a Napoli. Non è il momento di arroccarsi su posizioni intransigenti, perché qui non sono gli interessi di Beppe Grillo a dover prevalere, né gli interessi di 163 parlamentari, né quelli di 8 milioni e mezzo di persone che li hanno votati. Sono gli interessi di tutti gli italiani. Se te lo vuoi mettere in testa, agisci di conseguenza e lascia fare ai miei rappresentanti il loro lavoro. Di gente che detta la linea e decide per me e per gli altri se ne è vista (io e tutti gli italiani) anche troppa.

Smettila, o il moVimento avrà fallito ancor prima di iniziare.

Luigi Briganti


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