“Dalla mia Siria”, di padre Paolo

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Mentre a Roma si fanno promesse la Siria è tutta a ferro e a fuoco. La strada per il Sud è bloccata e gli aiuti umanitari non possono proseguire per Homs. Ho morso il freno tutto il giorno con gli autisti e la scorta degli aiuti . nulla da fare, “non passa neanche una formica”! Questa zona è in mano ai Liberi di Sham e il Fronte al-Nasra. Visti da vicino fanno meno paura di quanto si dica, anzi alcuni hanno proprio delle facce da padri di famiglia per bene. Ne guardavo uno qui accanto a me che sembrava proprio un terrorista delle caricature coi ciglioni e il nasone . un ragazzo tenerissimo!

Sono venuti a trovarmi per fare conoscenza. Abbiamo avuto delle discussioni interessanti sul piano interreligioso come sul piano politico. Il loro capo diceva che era un fatto dovuto alla misericordia di Dio che le potenze occidentali non fossero intervenute in Siria perché questo in definitiva aveva consentito alla motivazione islamica di affermarsi e di marcare la rivoluzione con chiarezza. “La Siria sarà l’inizio della liberazione di tutto il mondo musulmano!” Naturalmente non è facile capire fino a che punto le elezioni libere faranno parte del programma.

Il fatto evidente è che la rivoluzione islamica siriana corrisponde a una grande processo sociale di emancipazione dell’immenso serbatoio umano rurale e proletario urbano. I combattenti islamici sono a larghissima maggioranza siriani e le loro guide sono siriani. Gli intellettuali sono i giovani di queste zone che hanno avuto accesso alle università. Il responsabile del centro informatico che mi ospita è un laureato in fisica .

Spero di passare verso sud domani . ma se non passa la farina sarà difficile che l’esercito libero facciano passare me. Hanno troppa paura per la mia incolumità e non vogliono farmi correre rischi. Forse sarò costretto a tornare in Turchia . qui mi vogliono troppo bene. Bisogna spegnere il motore e andare a dormire. Buona notte.

da Il Mondo di Annibale


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