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BRUNO TABACCI: “Conflitto d’interessi e nuova legge elettorale. Poi al voto”

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Rieletto alla Camera nella coalizione di centro-sinistra, Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, assessore nella giunta “arcobaleno” di Milano, guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, non ha dubbi circa la piattaforma da presentare nella formazione del nuovo governo. Al primo punto mette sia una rigorosa legge sui conflitti d’interesse, sia quella sulla legge elettorale. Il problema semmai è portare il Movimento 5 Stelle a rispettare la sua agenda che in un primo momento conteneva queste tematiche e che ora, almeno nelle ultime dichiarazioni, sembrano siano state accantonate.

Tra gli otto punti elencati da Bersani alla Direzione del PD c’è l’impegno a fare una legge sul conflitto di interessi. Anche per lei è prioritaria?
“Penso sia essenziale, soprattutto tenendo conto che siamo in una situazione di stallo e che non si possa andare di nuovo al voto nelle condizioni con le quali abbiamo votato un mese fa. Il punto è che la legge elettorale si intreccia molto con il conflitto di interessi, ma questa è pregiudiziale per poterci definire un paese normale. Ovviamente, non ci sono solo i conflitti di interessi sull’informazione e la comunicazione radiotelevisiva; ma lì appaiono in tutta la loro evidente capacità di distorcere le coscienze e i convincimenti di un paese, che non può essere ingannato di fronte al rischio di un baratro senza ritorno.Considero che qualsiasi governo si faccia ha il dovere di i intervenire su questi punti essenziali. E poi si potrà anche tornare al voto”.

Sembra però che da parte di Grillo questo tema ora sia scivolato in fondo alla graduatoria delle sue richieste per appoggiare un nuovo governo…
“Perché in Grillo prevale la strumentalità delle posizioni: forse è per questo che il tema prima era in alto nella sua graduatoria, per le stesse ragioni per cui adesso è andato in basso”.

Qualche osservatore sostiene che Bersani si riferisca alla legge sul conflitto d’interessi proposta da Violante e Franceschini ritenuta però un po’ blanda…
“Penso che su questo tema si debba intervenire in maniera rigorosa. Già gli strappi fatti in questi anni hanno consentito di stracciare la legge 361 del ‘57 , che impedisce di entrare in politica a coloro che sono titolari di concessioni pubbliche”.


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