di Claudio Cortella*
«Incidente mortale alla cava». Andando oltre la facile retorica che in questi casi viene prontamente riproposta colpisce la mancanza di attenzione da parte dei mezzi di informazione rispetto ad una notizia di cronaca , che di cronaca non è. Non lo è, per un uomo morto per assicurare una vita dignitosa per se e la sua famiglia. Non lo è, per i suoi familiari che non lo hanno visto rientrare a casa ieri sera. Non lo è, per le centinaia di lavoratori che ogni giorno rischiano infortuni non lo è, per chi ha un minimo di sensibilità sui temi della sicurezza sul lavoro appena poche settimane fa sui giornali si sbandieravano dati Inail sul calo degli infortuni, che non tenevano conto del calo degli occupati.
Ma è una polemica vecchia che non interessa più di fronte alla tragedia che ha colpito il lavoratore della cava di Poggio Moiano, e che ci ricorda che non si può abbassare la guardia o cullarsi sugli allori perché se un solo lavoratore perderà la vita o la salute per colpa del lavoro allora non avremo fatto un buon lavoro. La magistratura individuerà le responsabilità sull’accaduto che in ogni caso mi rifiuto di catalogare come incidente, perche farlo significherebbe abbassare la guardia su un problema che esiste e va combattuto con ogni mezzo, la sicurezza sul lavoro è una priorità della quale non possiamo dimenticarci.
È per questo che una maggiore attenzione sui mezzi di informazione potrebbe sensibilizzare tutti al problema, e se avrà evitato anche un solo incidente sarà una vittoria. La Fillea Cgil di Rieti è vicina alla famiglia del lavoratore ucciso dal lavoro e non lascerà che questa morte passi inosservata.
*segretario Fillea Cgil Rieti
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