Monte dei Paschi di Siena (Mattinale economico / finanziario semiserio e un pò ironico)

0 0

La questione è tanto grave, quanto difficilmente comprensibile per l’opinione pubblica. L’uso distorto e personale dell’informazione per motivi politici o di lotta di potere stanno ancor di più oscurando i fatti.
Quel che più fa rabbia è il tentativo di coinvolgere strumentalmente e oltre il dovuto la Banca d’Italia perché : Tremonti vuol far dimenticare i suoi tentativi di modifica della legge sulle Fondazioni che dava maggiori poteri agli enti locali accontentando gli appetiti della Lega sulle Banche del Nord; Grilli si è associato, in un primo momento, all’ex ministro e ha attaccato la Banca d’Italia per vendicarsi di non aver potuto occupare il posto di Governatore; Monti la butta in politica accusando tutto il PD per difendersi dalla figuraccia di candidare alle prossime elezioni chi è stato coartefice delle sofferenze del MPS; la Lega vuol far scordare Credieuronord quell’istituto barzelletta salvato da Fiorani; il PD deve difendersi dagli attacchi per i suoi antichissimi rapporti con la Banca (non esclusivi ma di tutto il mondo politico) e un presunto attuale,e falso, coinvolgimento di tutto il partito; Grillo deve far vedere che esiste ma, in materia, non ha veramente niente da dire; Berlusconi fa il buono per non far ricordare la generosità del MPS, la famigerata banca comunista e alla fine degli anni settanta anche piduista , che ha foraggiato abbondantemente e in modo ultravantaggioso la liquidità delle sue esauste casse (70 miliardi tra fidi e fidejussioni ad un tasso del 9-9,5% contro un tasso di interesse nominale che oscillava tra il 14 e 19,7 %). Tale generosità fu giudicata l’8/10/1981 nella relazione del collegio sindacale di MPS con queste lapidarie parole : ”gli ispettori hanno esaminato la posizione in questione…….che dimostra(no) l’esistenza di un comportamento preferenziale accentuato, che suscita perplessità e non trova ragionevole giustificazione” (atti della commissione parlamentare sulla P2)
Ora facciamo ordine, perché qualcosa dai giornali si vede.
E la cosa più importante che si rileva è che gli Ispettori della Banca d’Italia hanno visto e capito. Sul sito de “Linkiesta” sono pubblicati stralci del rapporto 2009 che chiunque può leggere, se si ha la forza di sopportare i noiosissimi dati tecnici, su http://www.linkiesta.it/mps-un-hedge-fund-fuori-controllo.
In sintesi, se MPS ha nascosto documenti, nel rapporto ispettivo è stato colto l’essenziale che è così sintetizzabile: “là stavano facendo un casino è c’è il serio dubbio che non capissero nulla di dove arrivasse”. Non bisogna stupirsi, è così, i derivati complessi ti possono scoppiare in mano peggio del vecchio blob della fantascienza e ti divorano prima che tu abbia capito che quel delizioso frugolino è – in realtà – un “gremlin”
Ma il vero fatto è un altro: gli Ispettori hanno visto e capito perché abbiamo ancora un corpo ispettivo di altissima qualità. Lo abbiamo da sempre e questo ha fatto si che quella palude rappresentata dalle grandi banche italiane non sia divenuto il mar morto, come accaduto in altri paesi.
Quindi: tutto bene? Non proprio e quindi la vera domanda è: e allora? Se gli ispettori sono così bravi perché non è successo niente?
Qui occorre veramente fare una distinzione. La Banca d’Italia ha avuto effettivamente un periodo grigio (che i geologi tra qualche millennio potranno chiamare “Tarantoliano”) occupato da figure mitologiche che volavano – molto molto in alto – per l’Europa (grandi rettili che si chiamavano “Draghi”) mentre il territorio era controllato da grandi insetti (appunto: le tarantole) che si riunivano in un gruppo denominato “Santa Romana Chiesa”.
L’osservazione su questo periodo storico andrebbe approfondita per valutarne gli effetti sullo sviluppo sociale in generale e nel caso in specie.
I paleobiologi, però, potranno ampiamente mostrare come all’interno della stessa Banca d’Italia gli anticorpi sono stati sempre vivi e attivi e la qualità di base del sistema non è mai venuta meno anche durante il governatorato di Draghi oggi sponsorizzato da Berlusconi che ha pure il coraggio di affermare, non avendo senso del ridicolo, di averlo “imposto” all’Europa.
Insomma qualsiasi cosa si possa dire sulla gestione del caso, che non avendo potuto rilevare illeciti penali è “politica” e non spetta all’istituto di Via Nazionale, nessuno può attaccare il “corpo” della Banca d’Italia.
Oggi questo corpo è ancora e tutt’ora sano ed ha un Governatore di nuovo all’altezza di Baffi e Ciampi (controcorrente, ci si può mettere anche Fazio, ma qui il discorso merita/meriterà un approfondimento per ristabilire la verità e capire il perché dei successivi interventi, anche legislativi, sull’Istituzione Banca d’Italia); tali interventi ne hanno indebolito l’indipendenza e hanno permesso al precedente Presidente del Consiglio di manovrare e, in barba al principio di indipendenza della Banca da partiti e governi, essere parte importante nel cercare di imporre un Governatore gradito (e succube).
Se l’attuale Direttore Generale sarà all’altezza di Enzo Desario (peccato che lo conoscano solo gli addetti ai lavori) il sistema paese potrà continuare a essere tranquillo su questo versante.
Una sola preghiera al Governatore: se preso alla sprovvista non dica in TV la prima cosa che gli passa in mente. Parli coi fatti.
Un ringraziamento va ancora una volta rivolto al Presidente Napolitano che ha richiamato all’ordine Monti, Grilli e le forze politiche richiedendo rigore e accertamento celere dei fatti ma lasciando fuori da strumentali polemiche la Banca d’Italia per difendere il sistema creditizio, la credibilità internazionale di una istituzione e, con essi, gli interessi generali del Paese..
Ancora una chiosa: Fabrizio Viola (attuale AD di MPS) ha affrontato anche altri mari perigliosi mantenendo dritta la barra. Di derivati tossici è esperto, in qualità di eliminatore/combattente. È l’uomo giusto.
Infine solo l’irresponsabilità, associata ad un certa incompetenza, può aver dettato i giudizi sulla vicenda di uno dei primi poli bancari del Paese. Solo l’irresponsabilità può portare a strumentalizzare per fini elettorali, o per ricerca di visibilità mediatica o rivalsa su antichi contrasti soggettivi di chi opera nell’associazionismo a difesa dei consumatori, una vicenda che potrebbe avere gravi riflessi – con l’effetto domino in questa delicata fase economica – sulla stabilità del sistema e sugli interessi dei lavoratori del Montepaschi.

I risultati dell’ispezione al Monte hanno di recente portato anche al ricambio del menagement della banca di Siena e l’avvio delle relative sanzioni sulla base dei fatti conosciuti. Quei risultati ora sono nelle mani della magistratura che sta operando e ha la competenza esclusiva per accertare gli eventuali reati e se sia stato consumato o meno quello di ostacolo alla azione di vigilanza.

La vicenda potrebbe invece essere utile, assieme alle decisioni europee sulla vigilanza dei grandi gruppi, per rivisitare il sistema creditizio su base regionale e creare i presupposti per il sostegno anche alla piccola e media impresa e, quindi, alla crescita.


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21