Italian…abbiamo un problema

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di Nadia Redoglia
Che fortuna per noi che siamo nati e che viviamo in uno Stato democratico! A noi cittadini tutti, senza distinzione (cfr. assunti costituzionali), appartiene il diritto di scegliere liberamente chi vogliamo ad amministrare il nostro bene comune.  Poi, così come natura di democrazia vuole, chi conquista la maggioranza dei consensi formerà l’ufficiale governo. Che bello! E’ sufficiente dunque essere capaci giusto d’intendere e di volere.
Facciamo un “gioco”. Supponiamo per un attimo di trovarci in gran bel numero a dover usare medesimo criterio per scegliere chi, con pochi ingredienti base a disposizione in una comune dispensa, li cucinerà per cibarci nei pasti che ci attendono per un tempo sconosciuto.
Ci sarà chi è abituato a provvedere all’incombente ogni giorno (ovviamente si sta mica parlando di chef, ma giusto di saggia massaia), ci sarà chi di necessità sa far virtù, dunque aguzzando l’ingegno, ma ci sarà anche chi si lascerebbe morire di fame, ché manco sa cosa siano  farina, uova, olio allo stato naturale ché per lui esistono solo cibi già costruiti, quasi per magia…
Ebbene, in virtù del potere democratico, chi preferireste avere come compagni di cordata nel scegliere come cucinare le derrate a disposizione?  Ovviamente i primi, ma vi accontentereste pur anche dei secondi. I terzi non hanno proprio i mezzi basilari per decidere sulle scelte.

“Più della metà degli italiani ha difficoltà a comprendere l’informazione scritta e presumibilmente anche quella parlata”, riferisce il linguista Tullio De Mauro, a seguito di studi approfonditi in tal senso. A questa bella fetta (occhio ché è già la maggioranza!) che perciò “lavora” solo di pancia,   possiamo aggiungere quelli cui frega niente di concorrere al bene comune in quanto interessati esclusivamente al proprio? Ragionevolmente, possiamo.
Ciò premesso e considerato dunque (per l’ennesima volta) ci siamo scordati d’insegnare a più della metà degli italiani (!!) come si deve fare, prima di tutto (ancor prima d’essere massaie) a essere, scientemente e coscientemente,  cittadini di Stato democratico.


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