Il papa lascia, il cassiere arriva…

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Per capire le cose è sempre meglio cercare di porsi i problemi con ordine. Nella testa di Benedetto XVI in queste ore cosa ci sarà? Il papato, il futuro della Chiesa, il senso della sua missione e delle sue dimissioni? Le parole da dire, i gesti da compiere, le indicazioni da dare? Il senso di quel che ha fatto, il dolore provato, l’enormità della responsabiltà assunta? O l’imposizione ai suoi collaboratori della conclusione dell’iter di nomina del nuovo Presidente dello Ior, banca nella bufera dal 24 maggio dello scorso anno, quando il suo Ettore Gotti Tedeschi venne messo bruscamente alla porta?

Dovremmo propendere per la seconda ipotesi: ma è dura. Eppure in queste ore è arrivata la nomina del nuovo Presidente. Si è concluso un processo avviato da mesi e che ha visto 60 candidati selezionati da un prestigioso adviser, 7 selezionati per colloqui, ascoltati con cura dalle autorità competenti. E dalla terna finale ieri è stato deciso, all’unanimità, il nome del nuovo. Ieri….

Forse per papa Ratzinger si sarebbe potuta lasciare l’incombenza al prossimo successore di Pietro. Forse… Forse chi gestisce oggi e non sa se gestirà anche domani ha preferito accellerare. Forse…

E così arriva un tedesco a part-time, tre giorni a Roma e tre ad Amburgo, dove gestisce una grande azienda che per alcuni produce anche navi da guerra. “Solo engeneering”, assicurano in Vaticano. Chissà… La discussione su cosa produca l’azienda dove opera il nuovo Presidente dello Ior non è certo irrilevante. Ma…

Non era meglio lasciare i serissimi problemi di cassa al nuovo Romano Pontefice? Forse, come si sussurra, il papa avrà risolto la disputa tra i due litiganti imponendo il famoso terzo. Ma se qualcuno gli avesse detto, “lasciamo al prossimo”, certo non avrebbe detto no… E invece, ora bisognerà a cercare notizie sul cantiere e le navi da guerra di Amburgo. Bah…

Il mondo di Annibale


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