Questa mattina ho partecipato assieme a Antonio Ingroia alla manifestazione di Rivoluzione Civile che si è svolta a Roma davanti a Palazzo San Macuto per protestare contro la decisione della Commissione di Vigilanza della Rai di limitare la partecipazione di Ingroia, Giannino e Grillo al confronto televisivo.
Se per Berlusconi “la par condicio è un guaio grande” per gli italiani è la condizione minima per assicurare un minimo di dignità alla democrazia e al confronto elettorale. L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni deve intervenire per risarcire subito le forze politiche che continuano ad essere discriminate e marginalizzate.
La nostra è stata una manifestazione per la difesa della Costituzione, per la difesa dell’Art. 21 e soprattutto per denunciare la violazione del diritto degli italiani di conoscere per davvero i programmi, le proposte e gli impegni delle forze politiche che si candidano a governare questo paese.
Proprio ieri ho pagato il canone della Rai. E da cittadino ho diritto di chiedere alla Rai più informazione di qualità al servizio dei cittadini, più informazione dal mondo sul mondo, più attenzione alla vita reale delle persone e meno gossip.
Rivoluzione Civile si batterà per restituire la Rai ai cittadini e al suo ruolo di servizio pubblico sottraendola al controllo e ai condizionamenti del governo, dei partiti e dei poteri economici. Attuare il Contratto di servizio che impegna la Rai a fornire un’informazione ampia e che dia conto dei fatti del mondo e di tutte le realtà della società. La Rai, servizio pubblico, ha il dovere di promuovere la diffusione della cultura della pace, dei diritti umani e della nonviolenza.
Con questo spirito ho aderito al documento di Acquasparta e parteciperò all’incontro promosso da Articolo 21 che si terrà venerdì 8 febbraio alle ore 10 presso la sede Fnsi (Corso Vittorio Emanuele, 349 Roma).