Se ci fosse un’informazione “senza filtri” si riuscirebbe a diffondere molto più facilmente la consapevolezza fra i cittadini che spesso dietro alla Green Economy, si cela un business con delle peculiarità poco chiare, decisamente meno “pulite” rispetto al tipo di energia che si produce. La questione per i più informati potrebbe non suscitare nessun stupore, ma per chi è ancora fortemente convinto che le fonti energetiche alternative al gas, al petrolio, al carbone rappresentino la soluzione al problema inquinamento potrebbero accorgersi che intorno al nobilissimo tentativo di salvare la salute del pianeta ruota in realtà una serie di interessi speculativi. A farcelo notare è il film-documentario “Greenlies”, un reportage che racconta il volto sporco dell’energia pulita. Andrea Mariani, 29 anni, e la ventiseienne Angelica Gentilini, attraverso la Smkvideofactory, hanno deciso di svolgere un’inchiesta sulla tematica ambientale per raccontare alcuni casi di Green Economy in Italia rivelativisi palesemente contraddittori.
Il giovane gruppo sta lavorando in piena autonomia usufruendo del crowdfunding, un processo di finanziamento che coinvolge la comunità a partecipare attivamente, chiunque infatti può aderire a questo tipo di meccanismo virtuoso collegandosi al sito “Produzioni dal basso”. L’interesse dei due reporter è scaturito in seguito alla mobilitazione di un comitato dell’Appennino Bolognese che a sua volta stava seguendo l’iter di realizzazione di un impianto eolico. I giovani registi, una volta iniziato il lavoro si sono resi conto che la tematica era molto vasta perché quello che stava accadendo al Nord Italia succede al Sud come al Centro della penisola. Il problema diffuso è quello della speculazione, per questo Andrea Mariani e Angelica Gentilini stanno realizzando 4 puntate di 25 minuti ciascuna per poi racchiuderle in un film per riflettere sul rapporto etica e profitto.
I primi due video si soffermano uno sull’ostinato progetto di costruire un impianto eolico nell’area di Camugnano, dove però non risulta soffi a sufficienza il vento, il secondo invece è sulle centrali geotermiche del Monte Amiata, zona caratterizzata da una delle falde acquifere più grandi d’Italia che rischia di essere inquinata. I successivi lavori, infine saranno dedicati all’energia solare e alle biomasse.
“Greenlies” quindi metterà in evidenza gli aspetti del green washing, ossia l’ingiustificata appropriazione di virtù ambientaliste che spesso celano dietro un’immagine positiva, i reali interessi economici, e del green grabbing, il possesso della terra, bene comune, da parte di potenti aziende per contrattare i loro “affari verdi”. La popolazione intera ha il diritto di beneficiare di una distribuzione equa e giusta delle risorse naturali che non devono essere gestite da un regime di mercato verde.
Il film realizzato con il supporto del Cdca, Centro di documentazione conflitti ambientali di Roma, diffonde la voce di tutti i cittadini che non intendono lasciarsi sottomettere dalle speculazioni economiche mascherate da un finto interesse per la salvaguardia dell’ambiente.