Quasi 120 mila firme raccolte, 644 candidati che hanno già aderito, 242 ancora in via di adesione. Sono questi i numeri della campagna contro la corruzione “Riparte il Futuro”, promossa dall’associazione antimafia Libera e dal Gruppo Abele. Un’iniziativa di assoluta importanza, considerando gli scenari politico-giudiziari che stanno emergendo proprio in questi ultimi giorni. Dallo scandalo Monte dei Paschi, a quello Finmeccanica, passando per Eni, Saipem; dalle inchieste sulla sanità in Lombardia che coinvolgono il governatore uscente Formigoni, al processo contro l’ex consigliere regionale del Lazio Fiorito.
Scandali e ruberie che vedono coinvolti manager di alto livello del settore economico-finanziario del nostro Paese, così come politici di ogni ordine, grado e appartenenza politica. L’importanza di un’iniziativa come quella promossa da Libera e Gruppo Abele sta proprio nel concetto alla base della campagna: la corruzione distrugge il futuro dell’Italia. «Attraverso “Riparte il Futuro” – sottolinea Francesca Rispoli, coordinatrice nazionale di Libera presente ieri all’iniziativa romana del Colosseo – abbiamo messo il tema della corruzione al centro del dibattito politico. Tra dieci giorni – aggiunge –gli italiani saranno chiamati a votare. Sapremo dunque quanti di quei candidati che hanno sottoscritto la piattaforma “Riparte il Futuro” entreranno in Parlamento».
I candidati trasparenti che hanno aderito alla campagna, infatti, hanno preso l’impegno di rispettare i cinque impegni stringenti della campagna. Si tratta, si legge nel sito dell’iniziativa – di: «Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”. Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti. Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato. Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale. Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari».
Tra dieci giorni le elezioni dopodiché, spiega la Rispoli: «Comincerà la fase dei cento giorni per cambiare la legge contro la corruzione. Cento giorni per cambiare la legge sul voto di scambio, cento giorni durante i quali gli attivisti di “Riparte il Futuro” monitoreranno ciò che i candidati eletti faranno all’interno delle aule parlamentari. L’obiettivo – conclude – è portare avanti insieme la battaglia contro la corruzione».