“ Non si possono far saldi in piena stagione “. Con questa motivazione Anna Maria Buzzi , Direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del Ministero dei Beni Culturali ha cancellato la settimana della cultura, già in calendario dal 13 al 21 aprile e già pubblicizzata sui siti di molte città d’arte come Roma e Firenze. Un colpo di spugna, dunque, su una manifestazione che si considerava ormai consolidata, essendo giunta nel 2012 alla sua XIV edizione. Motivo: non si può rinunciare agli introiti dei biglietti . Durante la settimana della cultura, infatti, l’accesso ai musei, ai siti archeologici, agli archivi e alle biblioteche statali , più di 400, di tutta Italia, era gratuito . E questo è certamente un corno del dilemma. Tanto più in tempi magri come gli attuali, con un calo dei visitatori nei primi nove mesi del 2012, del 10. 44 % (in controtendenza gli Uffizi di Firenze con oltre 1.700.000 visitatori nel 2012 ( + 0.12 % ) .
L’altro corno del dilemma non è però meno importante. Perché durante la settimana della cultura erano messe in atto molto iniziative ( mostre, dibattiti, concerti, visite guidate, apertura straordinaria di monumenti ) che focalizzavano l’attenzione dei mass media sul patrimonio culturale italiano e coinvolgevano il pubblico. Non a caso il logo dell’ edizione del 2012, l’ultima, era : “La cultura è di tutti , partecipa anche tu “ .
Il pubblico, ecco l’altro corno del dilemma : come creare l’abitudine a frequentare i musei. Iniziative estemporanee ( ma si può dire che un’iniziativa che si ripete per 14 anni è estemporanea ? ) rischiano di conseguire solo un effetto transitorio . Da qui l’ottica del risparmio che include anche l’abolizione della gratuità per le donne in occasione dell’8 marzo. Conservato, invece, “ entri due paghi uno “ ovvero il costo dimezzato per le coppie , nel giorno di San Valentino.
Il Ministero sembra puntare su una programmazione più continuativa e radicata nel tempo: a compenso della cancellazione della settimana della cultura pensa di istituire la gratuità per l’ultima domenica del mese. Con un’incognita: il blocco degli straordinari ha determinato in alcuni casi, proprio di domenica, la chiusura, a volte totale, a volte solo di alcune sezioni dei musei, anche quelli più importanti. Un esempio: la galleria d’arte antica di Palazzo Barberini a Roma, uno spazio reso interamente disponibile dopo una battaglia durata oltre mezzo secolo, ma che nei giorni festivi, causa mancanza di personale, vede ridotta l’accessibilità a tutte le sue stanze.