Mi chiamo Ilaria Cucchi.Mio fratello era Stefano.
Non posso quindi essere felice se qualcuno viene messo in carcere.
Posso però esser vicina a Patrizia e Lino.
E posso sperare. Sperare ancora. Sperare che anche a Roma, dove gli uffici giudiziari sono più vicini ai palazzi della politica, la Giustizia non faccia sconti e la legge sia uguale per tutti.
Posso sperare che, come é avvenuto per Federico, i Giudici che si sentono raccontare teorie astratte su improbabili cadute ultra complesse o su morti annunciate che nulla debbono avere a che fare con i reali carnefici , non abdichino alla superficialità della convenienza politica di tesi imbarazzanti ed offensive per la verità.
La Giustizia, per esser tale non deve avere compromessi perché la verità non tollera compromessi. È verità e basta. La Verità è una sola, il resto non ha dignità per lo Stato civile e veramente democratico.
Non farei mai a cambio con Patrizia e Lino perché ogni sacrosanto giorno vedo il dolore dei miei genitori nei loro occhi. Perdere un figlio è qualcosa di disumano , insuperabile.
Ma domani , svegliandomi, mentre andrò in tribunale, vorrei essere al nord , in Emilia o a Milano.
Più lontana dai palazzi della politica, con una procura al mio fianco, e non da sola con il mio avvocato.
Questo vorrei.
A Patrizia e Lino nessuno potrà mai restituire Federico ed il vuoto incolmabile che ha lasciato loro.
Ma la sua dignità si. È stata restituita. La Giustizia ha funzionato senza vendette. Ma con competenza ed efficacia. Senza sconti, condizionamenti o paure.
Sono felice per loro. Ho una speranza. Prego ora per Stefano.
Penso alle sue fratture vecchie o postume.
Sfortunato da vivo come da morto.
Ma vado avanti, da oggi avrò più forza.