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Putin alla conquista della destra cristiana

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Nella Russia di Putin è diventato reato anche parlare degli omosessuali. Una legge che si spiega bene tenendo a mente la precedente impresa di zar Putin, l’arresto delle Pussy Riot. Zar Putin con quegli arresti si fece “paladino” della Chiesa ortodossa, catturandola sotto la sua custodia. Intanto nel Levante stringeva strette alleanze con i lefebvriani, che ortodossi non sono, ma sono reazionari, e odiano la libertà religiosa. Gli servivano per difendere i suoi interessi nel campo militare e del gas, che passano attraverso la difesa di Assad. Di Gazprom e armi ai lefebvriani non interessa granché, ma gli serviva l’islamofobia, della quale si nutrono, e quindi il matrimonio è venuto naturale, Assad faceva proprio al loro caso. Allo zar per calcolo economico, a loro per odio ideologico: se i musulmani avessero trovato in Siria una via democratica, intaccando l’impresentabile khomeinismo, sarebbe stata una catastrofe per gli islamofobici, meglio difendere Assad e dire che dall’altra parte c’è solo Al Qaida.  La destra cristiana diviene sempre più importante per zar Putin, e ora che il campo cristiano è scosso dalla questione delle nozze gay, ecco la sua feroce legge anti-omosessuali. Putin insomma come certi leader africani, amati dalla destra americana perché varano la pena di morte contro la “pederastia”.  Affari, Kgb, repressione e reazionarietà religiosa sono la miscela che Putin ha scelto per fare di sé un nuovo imperatore nell’era globale. Le sue armi di conquista “ideologica” sono due: Siria, e dintorni”, e crociata contro gli omosessuali. Speriamo che qualcuno si renda conto e rinsavisca.


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