di Nadia Redoglia
Cominciò da piccole tv private, escogitò la diretta facendo in modo che la moltitudine d’antenne mandasse in onda alla stessa ora dello stesso giorno il medesimo programma. Un pretore torinese lo bloccò, ma italiche leggi formattate a suo uso e consumo ebbero la meglio e fu così che nacque l’impero del biscione in persona di sua emittenza, il cavaliere. E fu così che diventò più volte capo di governo in palese (orribile) conflitto d’interessi, naturalmente perché i parlamenti tutti nulla fecero per impedirglielo.
Non è un caso che riparta dalle sue origini, ovvero utilizzando la vastissima gamma delle tv e radio locali sul territorio, per riconquistarsi tutto il terreno che gli è franato sotto i tacchi. Fra meno di due mesi peseremo la quantità della sua riconquista che senz’altro ci sarà, seppure (è ben auspicabile!) in minor parte. Ma ciò che fin d’ora si dimostra pesantissimo è la constatazione che oggi, nonostante tutto ciò che il nostro povero Paese ha patito a livello nazionale ed europeo, i cittadini sono ancora avvinghiati nelle spire di vent’anni fa. Piuttosto di nuova legislatura abbiamo bisogno urgente di nuovi legislatori, altrimenti corriamo il rischio d’essere inghiottiti e, questa volta, da anaconda.