Mali: la storia di Maman Dedeou

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Maman Dedeou è arrivato da poche ore a Banalo, fuggiasco dal nord, quando incontra e parla con il corrispondente di al-Jazeera. Ricorda quando i miliziani del nord del Mali lo catturarono accusandolo di furto. Poi lo condannarono senza prove, afferma, lo legarono a una sedia, gli fecero un segno sul braccio con un pennarello e poi con un grosso coltello gli tagliarono la mano… come si vede nella sua fotografia che ha autorizzato al-Jazeera a pubblicare.

“Sapete che casi come il mio sono numerosissimi, facevano così per terrorizzare la popolazione e ottenere così il controllo del territorio.”

Insieme a Maman Dedeou sono giunti in queste ore a Bamako altri trentamila fuggiaschi dal nord Mali. Tra di loro un quarantenne che, intervistato sempre da al-Jazeera, ha detto che nel nord non vi è più alcuna sicurezza, e la popolazione fugge per paura dei miliziani.

Le truppe francesi sono andate nel Mali per amore di Maman Dedeou e i tantissimi altri come lui? Questa è la domanda che ci pongono i tanti che non condividono la decisione di Hollande.

Restano due fatti: l’Unione Africana e l’Onu non hanno saputo organizzare un intervento multilaterale, hanno lasciato che la situazione arrivasse ai limiti, con le milizie del nord pronte ad arrivare a Bamako in poco tempo, si dice due giorni. Il problema non è criticare Hollande, il problema è capire il perché dei continui fallimenti multinazionali e multilaterali.

Infine c’è il destino di Maman Dedeou. Hollande non si sarà mosso per lui e i tanti altri che si trovano in condizioni analoghe: ma basta questo a cancellare la sua storia? La sua rabbia? La sua tragedia?

*tratto da Il mondo di Annibale


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