Ieri sono stata ospite con i miei compagni di avventura alla prima puntata di Leader, condotta da Lucia Annunziata.
Per Rivoluzione Civile e il nostro movimento non vi poteva essere occasione migliore per dimostrare la nostra diversità dagli altri.
Ho ammirato la forza di Antonio Ingroia nell’ascoltare la rabbia e la disperazione di persone come noi, che debbono fare i conti con problemi enormi che tutti paiono voler ignorare.
Non ha rivendicato spazio.
Non ha ribattuto, non si è preoccupato della sua immagine.
No. Ha ascoltato con pazienza e rispetto, nonostante le provocazioni ripetute di qualcuno a cui non interessava, viceversa, quanto stava accadendo.
Ha saputo ascoltare, riconoscendo quella rabbia perché è anche la nostra.
Ha dato spazio, non lo ha rivendicato.
Alle proteste disperate e vibranti avrebbe potuto tranquillamente dire che avevano sbagliato bersaglio, che vi era un errore di persona, che lui non si chiama Monti o Berlusconi o Bersani, ma Antonio Ingroia, semplice P.M. anti mafia fino a ieri.
Non lo ha fatto. Non ha fatto nulla di tutto quanto ci si aspetta da tutti gli altri politici gonfi di distinguo, di scuse, di alibi e spesso di mistificazioni.
Antonio Ingroia è questo.
Rivoluzione Civile è anche questo.
E sono fiera di farne parte.