Oltre 20mila firme pro Guzzanti
da Corriere della Sera
Oltre 23mila firme pro Guzzanti. Tante ne ha raccolte in una giornata la petizione lanciata au www.change.org dal direttore di Articolo21 Stefano Corradino. Guzzanti era stato denunciato per vilipendio alla religione dall’Aiart, l’Associazione telespettatori cattolici, “per aver offeso con battute da caserma il sentimento religioso degli italiani” durante la puntata di “recital” andata in onda su La7 il 4 gennaio. “La petizione chiede all’Aiart di ritirare la denuncia in nome dell’articolo21 della Costituzione, in nome della libertà di espressione di satira”, dice Corradino.
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Guzzanti in tribunale, il suo Don Pizarro non piace ai telespettatori cattolici
di Tommaso Rodano (Il Fatto Quotidiano)*
Siede in abito talare su uno scranno dorato. Porta al collo una croce un po’ troppo vistosa e ha una cadenza romana decisamente marcata. A una domanda sull’uso del preservativo per prevenire l’Aids, risponde così: “A noi, daa vita, ce frega dal momento del concepimento fino alla nascita. Già un quarto d’ora dopo non je ne frega più niente a nessuno ”. Il pubblico esplode in una risata scrosciante. Poi il prelato racconta la sua personalissima ricetta per contrastare l’aborto: “A ‘ste ragazze che abortiscono je levamo i punti della patente. Se non porti avanti la gravidanzanon porti manco la macchina”. E ancora, sull’aborto: “Ma chi ve la tocca sta 194? Magaaari, ma quella ormai è una battaglia persa. Ma te poi fa’ partori’ una per forza? Che dobbiamo fa’, je commissariamo er corpo, je mandiamo i carabinieri a casa? Magaaari, ma non se pò fa’, non te lo fanno fa’”.
È mai possibile prendere sul serio un prete così? L’esilarante don Florestano Pizarro non è altro che un personaggio di Corrado Guzzanti. Uno dei più riusciti: il comico romano lo interpreta da anni a teatro e in televisione. È “solo” satira. Ma anche stavolta qualcuno si è offeso. E per usare un termine in voga, la vuole “silenziare”.
Per Guzzanti e il suo don Pizarro, infatti, è arrivata niente meno che la censura dell’Aiart. L’Associazione telespettatori cattolici lo ha denunciato per “aver offeso con battute da caserma il sentimento religioso degli italiani, vomitando insulti e falsità per oltre un’ora di spettacolo”. Nel mirino dei “telespettatori cattolici” c’è anche La7, che sta trasmettendo in prima serata “Recital”, lo show di Guzzanti: oltre alla querela al comico romano è arrivata la richiesta di sospensione del programma. “Recital”, in realtà, non è uno spettacolo televisivo, ma la messa in onda di tre serate dell’omonima tournée teatrale di Guzzanti del 2009. La prima è stata trasmessa il 4 gennaio. Per le prossime si vedrà. Eppure la comicità caustica di don Pizarro non è un nuovo pezzo nel repertorio dell’autore satirico. E lo sguaiatissimo prete non è nemmeno al suo esordio televisivo: è stato già proposto nel 2001, all’”Ottavo Nano”, nel 2008 a “Parla con me” e nell’ultimo show del 2011,“Aniene”. La carriera televisiva di Don Pizarro, insomma, ha più di dieci anni, ma prima della messa in onda di “Recital” nessuno se ne era mai lamentato.
Secondo l’Aiart, le battute di Guzzanti offendono “i sentimenti religiosi dei cattolici” e addirittura, “più in generale, di quanti liberamente professano una confessione religiosa”. Oltre ad appellarsi direttamente a La7 per la sospensione della trasmissione, l’associazione cattolica ha intenzione di presentare un esposto all’Agcom, “perché accerti violazioni e sanzioni per questo programma, che non ha niente a che vedere con la satira e con lo spettacolo”. Corrado Guzzanti per adesso ha preferito non commentare.
Ma a difesa di don Pizarro si è già messa in movimento la rete. E lo ha fatto in massa: su change.org, la piattaforma delle petizioni online, è comparso un documento in sostegno del comico e della libertà di satira (lanciato da Stefano Corradino, blogger del fattoquotidiano.it). In meno di tre giorni, è stato già firmato da quasi 40mila persone (i tweet sono oltre 400, le condivisioni su Facebook più di 5mila). La petizione definisce la denuncia a Guzzanti da “Medioevo Italia” e invita l’Aiart a ritirare la querela e la richiesta di sospensione del programma, “nel nome dell’articolo 21della Costituzione e della libertà di espressione e di satira”. L’invito, per i telespettatori cattolici, è quello di concedersi un sorriso, ascoltando il consiglio di San Francesco di Sales: “Siate sempre gioiosi. Un cristiano triste è un triste cristiano”.
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Guzzanti/Pizzarro, l’ira dei cattolici. Ma la rete lo sostiene
di Stefano Crippa (Il Manifesto) *
Don Pizzarro, il terribile prete dalla voce stridula e che il suo creatore – Corrado Guzzanti – ha modellato sulla figura e sul temperamento del defunto Gianni Baget Bozzo, ha scatenato l’ira dell’Aiart, l’associazione telespettatori cattolici che ha accusato l’autore/attore romano di aver «offeso con battute da caserma il sentimento religioso degli italiani, vomitando insulti e falsità per oltre un’ora di spettacolo». Oggetto dello scandalo il primo di tre appuntamenti con Guzzanti che La7 ha trasmesso venerdì scorso, Recital. Il personaggio incriminato, Padre Pizarro, è uno dei suoi cavalli di battaglia e aveva già fatto capolino nel programma di quasi 10 anni fa Il caso Scafroglia, dove fu proposto per la prima volta in tv. A fare andare su tutte le furie l’Aiart alcune frecciate ai vertici ecclesiastici sulle questioni legate alla bioetica e i riferimenti ironici alle sacre scritture e alla figura del Pontefice.
Guzzanti non commenta la denuncia, ma a «sostenerlo» una petizione in sua difesa lanciata da Change.org che ha già superato le quarantamila adesioni: «Corrado Guzzanti è uno dei più stimati comici italiani – si legge nel sito – e la sua è sempre stata una satira intelligente, corrosiva ma mai volgare, acuta e mai becera. E la satira sin dall’Antica Grecia ha avuto fra i propri bersagli preferiti proprio la religione, e in particolare gli esponenti pubblici del culto ed il ruolo politico e sociale svolto dalla religione. Sono Stefano Corradino, direttore di Articolo21, un giornale online che da dieci anni conduce battaglie, in Italia e all’estero, contro ogni forma di censura e di bavaglio, imposto per motivi politici, economici, militari, religiosi. Con questa petizione intendiamo chiedere all’Aiart di ritirare la denuncia e la richiesta di cancellazione del programma. Lo chiediamo in nome dell’articolo 21 della Costituzione, della libertà di espressione e di satira, anche quando l’ironia si abbatte sui potenti di ogni ordine e grado, politici, economici e religiosi. ‘Siate sempre gioiosi’ raccomandava San Francesco di Sales. ‘Un cristiano triste è un triste cristiano’». La petizione ha costretto alla replica Luca Borgomeo, il Presidente dell’Aiart che corregge il tiro, affermando che la denuncia non è contro Guzzanti: «Ma contro La7. Non è in pericolo la libertà d’espressione o di satira. Vogliamo solo che sia rispettato il sentimento religioso e che questo non sia dileggiato. Coloro che hanno firmato la petizione hanno visto tutto lo spettacolo andato in onda su La7?». Replica Corradino che parla di «replica singolare» perché non «sminuisce il grave errore dell’azione legale, tutt’altro: perché colpisce contemporaneamente sia l’emittente che ha mandato in onda Recital sia di riflesso il comico per aver interpretato il personaggio così sgradito all’Aiart. Sbagliato anche affermare che Guzzanti ha dileggiato il sentimento religioso. La satira dileggia, irride, schernisce le gerarchie e le iconografie, non certo i sentimenti…».
Intanto in rete, nei vari blog, è un tripudio di prese di posizione a favore di Corrado/Don Pizzarro: «Siamo nel medioevo pe’ davero», scrive un anonimo «romano», e c’è chi ironizza «Il 20 settembre del 1870 pensavamo di essere entrati a Roma. In realtà è il Vaticano che è entrato in Italia!». In ogni caso, La 7 non ferma il programma e stasera alle 21.15 il primo dei due Aniene, show andati in onda nel 2011 e nel 2012 su Sky.