Nadia Redoglia
Condannati, per quanto ancora non in via definitiva, indagati, fortemente sospettati, sono il fardello pesantissimo intriso d’incognite, che i tempi stanno riservando al papone. Pare che sia riuscito a sbarazzarsi di alcuni (perfino di Dell’Utri che, fino a ieri, giurava che si sarebbe candidato fino alla morte: sua o dell’Italia non c’è stato dato di sapere), ma qualcun altro ha nessuna intenzione di mollargli la sua candidatura.
Ma come si può spiegare ‘sto fenomeno?
Posto che del porcellum giusto una cosa è chiara, ossia che sono i segretari (o coordinatori che dir si voglia) a scegliere i candidati, com’è allora che a farsela sotto risultano invece essere i responsabili decisionali, piuttosto (alla bisogna) dei candidati in odor d’espulsione?! C’è chi butta là che attorno al papone s’aggirano profumi (che per altri sono miasmi insopportabili) di ricatto. Non spetta a noi indagare su ‘sto dubbio anche perché è ben altra incognita che ci arrovella. Eccola. Per quanto a suo tempo quei parlamentari siano stati accaparratori di centinaia di migliaia di voti, oggi, proprio perché sospetti delinquenti, è logico pensare che nessuno li voti più! Con tanti italiani di buona volontà, ineccepibili potenziali candidati, com’è che i coordinatori sono terrorizzati dall’idea d’allontanare dunque quei vecchi sospetti parlamentari?
Penseranno mica che buona parte d’italiani sia convinta che in ‘sto Paese, tra il certo e l’incerto, è meglio che governino sospetti mariuoli e/o efferati delinquenti?!