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Elezioni. Squallidi spettacoli con Grillo, Pannella e fascistoidi.. Ci si mette anche Ingroia

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E’ solo squallore La politica diventa spettacolo, di quelli che una volta venivano messi in scena  per un pubblico, insieme a qualche filmetto di terza categoria,  che voleva vedere sgambettare qualche  poveretta che provava a sbarcare il lunario,  calze smagliate, sguaiati passi di danza,comici da strapazzo specialisti di battute a doppio senso. Si chiama avanspettacolo. Ci  sono tornati alla memoria  questo palcoscenico assistendo al debutto di un nuovo programma politico, “

Un pessimo esordio  di Annunziata con “Leader”
Leader” si chiama, e il titolo è già un programma, condotto per Rai Tre da Lucia Annunziata. Un poessimo esordio. Strilli, grida, offese, Sallusti che chiama mascalzone Ingroia, Ingroia che dice di avere in comune diverse cose con Grillo, Borsellino che se la prende con Ingoia, non abbiamo ben capito perché, Ingroia che se la prende con una giornalista  e le dice che non  capisce niente, poi chiama in causa anche  Annunziata accusandola di aver organizzato una trasmissione con tutta gente che ce l’ha con lui e che non capisce niente, un altro non ricordiamo, il nome , inveisce contro i cafoni, un altro che dice di essere un operaio  che grida a tutto spiano” “chi ce lo  da mangiare”.  Eppure in questa serata televisiva si poteva raccontare uno spaccato di questo Paese che sembra impazzito. Far cuocere a fuoco lento il politico. Ce ne era di materiale, ma  su alcuni fatti “esemplari, solo un piccolo accenno.  Il primo, siamo costretti a nominarlo anche se avevamo giurato a noi stessi di non nominarlo più riguarda Grillo.

Il comico genovese grida: eliminiamo i sindacati
Dopo le languide carezze, lasciamo stare i dolci baci, con il capo di Casa Pound, un covo di nazifascisti, hitleriani con il Grillo che faceva sapere che il fascismo non era problema di sua competenza e che c’erano punti in comune,m battaglie da condurre insieme a picchiatori neri arriva il Grillo che grida “ eliminiamo i sindacati, voglio uno Stato con le palle. Le aziende devono essere di chi lavora”. Dal momento che Ingroia aveva scritto due lettere a Grillo per una possibile collaborazione forse  si trattava di un tema da approfondire. Invece poche parole. Già Ingroia aveva sorvolato sul rapporto fra il comico e il fascismo, ora addirittura, ha sorvolato sull’obiettivo grillesco di eliminare i sindacati: Anzi ha fatto di più, elencando le cose che accomunano “ Rivoluzione civile “ e Cinque stelle. Per esempio  l’economa ecosostenibile, la difesa dell’ambiente magari usando gli arnesi dei picchiatori fascisti, Battutaccia, ma quando ci vuole ci vuole. Altro argomento di cui si poteva discutere era  il sì di Marco Pannella alla oscena proposta di apparentamento fra “ Amnistia, giustizia, libertà ,“  lista dei radicali ela Destradi Storace  nelle elezioni perla RegioneLazio.Il caporione di postfascisti alle cui manifestazioni è d’uso il saluto romano. Niente di tutto questo, la vita reale, i problemi reali, sono del tutto estranei, alla comunicazione elettorale che compare sui media e che trova alimento nella grande stampa. Quella di ” Leader” è stata una . serata  televisiva doc di una campagna elettorale sempre più impazzita, in un paese dove sta avvenendo di tutto e di più , salvo parlare di cosa intendono fare i partiti, come si organizzano, quali sono le proposte per affrontare la crisi, per avviare lo sviluppo.

“Servizio pubblico”:Santoro   se la prende con il mondo intero
Ha fatto seguito a un “ Servizio pubblico “pietoso, con un Santoro incattivito, chiuso in se stesso, intristito Uno dei giornalisti di punta di Repubblica, Curzio Maltese, avverte il degrado , il pericolo  di una campagna elettorale che può portare il Paese allo sbando. Scrive. “Vent’anni di berlusconismo hanno abituato tv e giornali a campagne elettorali dove i problemi reali sono banditi poer lasciare il posto a un carnevale di trovate e annunci, un festival di gesti simbolici e battute”. Giustissimo, tutto vero. E Allora? Maltese fa un appello a Bersani, “ il Pd si riprenda la scena”, è il titolo dell’articolo. Iniziata la campagne elettorale, dopo i successi delle primarie, “il Pd  e Bersani sono tornati nella nebbia dell’indefinito”. “Quali sono le ricette per. Rilanciare il Paese? Cosa ci attende con Bersani a Palazzo Chigi?” Interrogativi del tutto legittimi ma sono la riprova che, nella  campagna elettorale all’insegna dello spettacolo, con Berlusconi primo attore, giornalisti che fanno le belle statuine, godono a provocare sussurri e grida, non è possibile parlare di programmi, progetti, cose da fare. Bersani in due o tre occasioni ha detto chiaramente cosa farebbe, ha messo in ordine argomento per argomento, dal conflitto di interessi alla cittadinanza ai bambini figli di immigrati nati in Italia,   da una politica di investimenti nei settori chiave dello sviluppo del Paese, la green economy, dalla riduzione dell’Imu per le fasce fino a 500 euro e poi una progressività che faccia pagare di più a chi ha di più, secondo quanto prevede la costituzione in materia fiscale e molte altre cose. Nel guazzabuglio  della comunicazione elettorale allestito da televisioni e radio, dalle grandi alle micro, non è possibile parlare di programmi. Lo stesso Maltese non si è accorto che il Pd il suo programma lo sta esponendo e che la coalizione di centrosinistra ha delle linee programmatiche fissate nella carta di intenti

L’equilibrismo di Bersani fra Monti e Berlusconi
Certo anche nella comunicazione del Pd e del suo segretario si avvertono incertezze, titubanze. , che chiameremo tattiche. Bersani si deve destreggiare fra Berlusconi e Monti, i due si fanno la guerra, il premier dimissionario cerca di raspare nel territorio del centrosinistra, manda avanti Casini. Il peggio del politichese Il segretario del Pd per esempio per quanto riguarda la patrimoniale ha finito per  combinare qualche malinteso.  Ma il problema è che la comunicazione deve cambiar registro. Intanto via il pubblico, visto che non deve essere uno spettacolo. Il politico davanti ai giornalisti. Una domanda, una risposta, una replica come avveniva ai tempi delle vecchie tribune politiche,  di cui parla Giuliani in altro articolo. . Roba vecchia, si dirà. Forse ma i cittadini erano informati in quei pochi spazi di campagna elettorale, una eccezione  in una programmazione di marca democristiana e poi craxiana.  Ci vogliono regole che consentano una comunicazione corretta, pluralista, che porto in primo piano i grandi problemi dell’Italia, dell’Europa, del mondo. Ma ,sopratutto, ci vogliono dei giornalisti che riscoprano il valore della loro professione. L’avanspettacolo lo lascino ad altri.


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