Il 15 gennaio 1993 Totò Riina, il superboss di Cosa Nostra, veniva arrestato a Palermo dopo 23 anni di latitanza. Un giorno da ricordare nella storia del nostro Paese e, soprattutto, nella storia di Corleone paese natale di Totò ‘U curtu’, che in Italia e all’estero ha sempre dovuto fare i conti con una a dir poco scomoda equazione: Corleone = mafia. A vent’anni da quella giornata gloriosa per la giustizia la cittadina del Palermitano ospita il “Festival della Legalità in Tour”, un segno forte del cambiamento dei tempi e di una Sicilia che, pur tra mille difficoltà, cerca di voltare le spalle alla mafia e ha voglia di rinascere. “La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”, diceva il giudice Paolo Borsellino.
All’invito del magistrato assassinato a Palermo il 19 luglio 1992 proprio dalla mafia, sembra rispondere la coraggiosa sindaca di Corleone, Leoluchina Savona, che in occasione dell’anniversario della cattura di Riina ha scritto una lettera aperta ai familiari delle vittime di mafia per chiedere scusa dei crimini di Cosa Nostra.
“Corleone non è più il paese di Totò Riina – scrive il primo cittadino – ma quello di Ninni Cassará, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Boris Giuliano, Mario Francese, Antonino Saetta e tutte le altre vittime di cosa nostra. Chiedo loro perdono per l’uccisione dei loro cari, vi chiedo scusa a nome di tutti i corleonesi, vi chiedo perdono per il sangue che è stato versato. Quel sangue, però, non è stato versato invano: nei vent’anni che ci separano dall’arresto di Totò Riina, nei sette che fra poco si compiranno dalla cattura di Bernardo Provenzano, quel sangue è servito a tutti noi per ricordare che una sola può essere la strada, uno solo il campo da scegliere in questa guerra”.
“Oggi – ha detto il sindaco ai familiari delle vittime di mafia – vi consegno ciascuna strada, ciascun vicolo, ciascuna casa di Corleone: ve le consegno con l’impegno di essere i vostri fratelli, i vostri genitori, i vostri mariti e mogli che vi sono stati strappati dalla ferocia dei boss. Prendetela, riconquistatela insieme a noi”.
Patrizia Anastasi ha intervistato per Tg3Web il sindaco Lea Savona: leggi l’intervista