Rivoltarsi è “legittima difesa”. Non è lo slogan scritto su qualche muro in una qualsiasi città d’Italia, ma il senso della sentenza ( n. 1410 del 12 dicembre 2012) pronunciata dal Giudice di Crotone Edoardo D’Ambrosio e che scagiona di fatto tre immigrati irregolari detenuti presso il Cie di Sant’Anna dai reati di danneggiamento e resistenza aggravata.
I fatti risalgono ad ottobre dello scorso anno. I tre imputati ( un cittadino tunisino e due marocchini) vengono arrestati per aver messo in atto una forte azione di protesta arrampicandosi sul tetto della struttura e lanciando oggetti recuperati dalle camere del centro stesso; l’azione era partita, si legge dal dispositivo della sentenza, in seguito a quella che nel testo stesso viene definita “operazione di bonifica” ovvero perquisizioni personali e del luogo al fine di sequestrare oggetti eventualmente utilizzabili per la fuga dai trattenuti.
Nella sentenza vengono esaminati i capi di imputazione, e al tempo stesso le motivazioni della protesta, il tutto alla luce della legislazione europea in materia di immigrazione e di salvaguardia dei diritti fondamentali e il responso è dirompente. Viste le condizioni in cui stavano, i trattamenti subiti, il luogo inidoneo al rispetto di diritti fondamentali, le modalità del trattenimento, la privazione della libertà inflitta loro avevano tutto il diritto di ribellarsi nei modi e nelle forme che sono stati usati, non avendo altro modo per farlo, del resto. E in ogni caso quello che andavano a difendere, dice ancora il giudice, ovvero la libertà e la dignità personale ha un valore di gran lunga superiore e non paragonabile ai beni materiali danneggiati.
“Le condotte addebitate agli imputati- si legge in uno dei passaggi chiave della sentenza- si sono dimostrate orientate esclusivamente a manifestare una protesta contro coloro che, ai loro occhi e nelle circostanze concrete dei luoghi, erano i responsabili di quella loro condizione (il personale di vigilanza del Centro e le forze dell’ordine); la protesta fu posta in essere nell’unico modo che – in tali circostanze – poteva essere efficace: ossia l’impedire il regolare svolgimento dell’attività di gestione del Centro. ”
Legittima difesa, ecco di cosa possono essere accusati i tre uomini e dunque, vanno prosciolti da qualsiasi accusa.
Una sentenza che pur non facendo discutere quanto dovrebbe, segna tuttavia un precedente importante.
Chissà che dopo le carceri, Strasburgo, non cominci a pronunciarsi anche sui Cie.