“I vertici di Viale Mazzini, l’AgCom e la Commissione di Vigilanza fermino l’invasione mediatica in Rai del leader del Pdl, nei Tg, giornali Radio, trasmissioni di intrattenimento: l’incredibile concentrazione della presenza di Silvio Berlusconi e’ la prova di una strategia mediatica che nulla ha a che vedere con il Servizio pubblico e con l’interesse dei cittadini’. Lo ha detto oggi in una nota, il segretario nazionale di Usigrai Vittorio di Trapani. ‘Cosa ancora piu’ grave – aggiunge di Trapani – alla luce del recente regolamento dell’Agcom che ribadisce che siamo in periodo ‘pre-elettorale’ e che quindi ancor di piu’ vanno garantiti imparzialita’ ed equilibrio’.
‘Le ospitate dell’ex premier – prosegue – in contenitori di intrattenimento rilanciano poi con forza la necessita’ di un chiarimento sulla titolarita’ dell’informazione nelle reti. Se ancora ce ne fosse bisogno, in questi giorni va in onda l’ennesimo spot della estrema urgenza di una nuova legge di governance per la Rai – conclude – e una nuova legge sui conflitti d’interesse’.
“Bene ha fatto il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani a lanciare l’allarme sulla ondata berlusconiana che ha ormai invaso la Rai” riferita ad “una campagna programmata e pianificata di occupazione dei contenitori, campagna annunciata e puntualmente realizzata”. Lo afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, secondo cui “i richiami dell’Agcom e quelli del gruppo dirigente della Rai assomigliano a quelli di un vigile che rileva l’infrazione, ma tiene sempre in tasca la multa, che, in questo caso, significa parita’ negli accessi e immediato riequilibrio, soprattutto a danno delle forze minori ormai letteralmente oscurate e cancellate”. Giulietti aggiunge che “dal momento che in Italia nessuno sembra in grado di fare l’arbitro, oggi stesso chiederemo alle agenzie internazionali di ricondurre l’Italia nei ‘parametri europei’. Quanto ai dati forniti da Berlusconi sulla sua presunta assenza dal video, invitiamo formalmente l’Aurorita’ di garanzia a dare tutte le cifre relative all’ultimo anno con particolare riferimento al cosiddetto ‘tempo di antenna’, l’unico che consente davvero di comprendere l’esposizione mediatica di ciascun soggetto”.