ROMA – Il recente giro di nomine alla Rai ha svelato in tutta la sua profondità la spaccatura nel Consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Per la prima volta dalla loro nomina i consiglieri Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi (espressi dalla «società civile» ma comunque di area di centrosinistra) hanno reso pubblica una dichiarazione che si traduce in un vero atto di accusa contro il metodo adottato dal direttore generale Luigi Gubitosi soprattutto per quanto riguarda il Tg1, affidato a Mario Orfeo, votato a risicata maggioranza da cinque consiglieri su nove.
METODO E CRITERI – Dicono Colombo e Tobagi: «Nella recente tornata di nomine riteniamo sia mancata una sostanziale innovazione sul metodo. Per garantire una discontinuità con il passato, è necessario introdurre una maggiore trasparenza nella procedura di individuazione dei candidati per le nomine nel Servizio Pubblico radiotelevisivo: per esempio, fissare criteri alla luce dei quali vagliare il curriculum dei candidati, sulla base di una riflessione approfondita circa le esigenze e gli obiettivi del canale o della testata; occorre inquadrare le scelte in una visone ampia e coerente degli obiettivi strategici dell’azienda. Un nuovo metodo in grado di offrire garanzie da interferenze, in particolare di natura politica».
LE ALTRE CONTESTAZIONI – Questa prima contestazione non è indolore, poiché il nuovo vertice di «tecnici aveva parlato di «discontinuità» rispetto al passato, insistendo a più riprese su quel concetto. Poi Colombo e Tobagi entrano nel dettaglio: «Finché perdura il quadro normativo disegnato dalla legge Gasparri, una maggiore indipendenza dai partiti e dal governo è un obiettivo difficile da realizzare, che però deve essere sempre perseguito con coerenza». E poi il diretto riferimento al Tg1: «Rispondendo alla sollecitazione del Comitato di redazione del Tg1, rendiamo note le ragioni del nostro voto contrario: oltre a soffrire della mancanza di un’innovazione nel metodo, la procedura di selezione del nominativo da presentare al Consiglio di amministrazione si è svolta in maniera non lineare, con fluttuazioni e cambiamenti di rotta, talvolta improvvisi, a nostro parere non motivati in modo coerente e persuasivo. Per questo motivo, e non per riserve sulla professionalità di Mario Orfeo, a cui rivolgiamo i migliori auguri di buon lavoro, abbiamo deciso di votare no»
CAMBIO DELL’ULTIMA ORA – Quando i due consiglieri accennano a «fluttuazioni e cambiamenti di rotta, talvolta improvvisi» confermano indirettamente le voci secondo le quali la direzione generale, fino a poche ore prima della consegna dell’ordine del giorno per la riunione del Consiglio (con il nome di Orfeo), aveva contattato i Consiglieri immaginando una direzione affidata a Marcello Sorgi. Ma poi ad essere sottoposto al voto è stato, appunto, Mario Orfeo. Una cosa è certa, da giovedì l’’atmosfera in Consiglio Rai è radicalmente mutata. D’ora in poi tutto sarà probabilmente più complicato.
(dal “Corriere della Sera” del 30 novembre 2012)