Mi ritornano in mente il professor Augusto Barbera e le sue lezioni sulla costituzione italiana guardando la tv. Capita così raramente che “l’intrattenimento” accenda la memoria. Grazie anche per questo a Roberto Benigni e alla sua lettura dei 12 principi fondamentali della “più bella del mondo”. Il prof. Barbera, costituzionalista e deputato del Pci e del Pds dal 1976 al 1994, ministro per i rapporti con il parlamento per quattro giorni nel governo Ciampi, nelle lezioni di istituzioni e diritto pubblico (Facoltà di scienze politiche Bologna) insegnava che la costituzione italiana è programmatica perché spetta alle forze politiche realizzarne gli obiettivi, citando Piero Calamandrei la descriveva come una “costituzione presbite, capace di guardare lontano e inglobare il futuro”. Costituzione presbite e politica miope? Purtroppo sì, perché non solo alcuni di questi obiettivi sono un miraggio ( il lavoro, i diritti delle persona, la parità di genere, la laicità dello stato), ma a volte sono stati traditi, come ci ammonisce il potente articolo 11, l’Italia ripudia la pace. Il potere della pace non è mai esistito, ci ricorda Pietro Ingrao, in un suo memorabile intervento al Social Forum Europeo di Firenze (novembre 2002, un anno dopo Genova).
“Il fatidico articolo 11, lo ricordate? Quello che dice che l’Italia ripudia la guerra. E’ scritto così. E’ vivo o l’avete ucciso? La politica è dura, la politica chiede potere. Guardate come siamo ambiziosi noi, costruire questo potere della pace, il potere che quasi non è esistito mai nel mondo: questa è la speranza, che portate dentro di voi, una stagione che la mia generazione non ha potuto vedere.”
Tutto qua, un salutare rinfresco di memoria richiamato da due ore di televisione.