Si sente spesso anche nelle rare occasioni in cui intervengono non soltanto politici nell’una o nell’altra trasmissione televisiva. (La cosa è sempre più rara e accade o nella rete 3 della Rai o nella 7, non negli altri canali, questo ormai sembra chiaro).
Qualcuno, di fronte agli scandali giudiziari che ormai non risparmiano nessuna regione italiana (le ultime vicende riguardano Lombardia e Piemonte ma ogni giorno c’è qualcosa di nuovo e di più preoccupante, perché coinvolge parlamentari e consiglieri regionali chiamati probabilmente domani a maggiori responsabilità )e imprenditori di ogni dimensione, si chiede come usciremo da una crisi che-oltre che economica -appare di sicuro anche morale,culturale e di necessità politica.
La risposta è difficile non soltanto perché Silvio Berlusconi ancora una volta è riemerso e sembra deciso a capeggiare ancora una volta l’ambiguo centro-destra italiano.
Certo ci sono venti di scissione di ex esponenti di Alleanza Nazionale e molti malumori europei sull’ennesimo ritorno in campo del Cavaliere a quasi vent’anni dall’esordio del 1994 ma si è facili profeti a prevedere che nessuno, da quella parte, abbia i mezzi e le forze per contrastarlo e soltanto l’attuale presidente del Consiglio, invocato a gran voce da giornali e televisioni, potrebbe oggi come oggi tranquillizzare tutti i ben pensanti che sembrano crescere ad ogni ora e paventano l’arrivo al potere della coalizione di centro-sinistra.
Una coalizione peraltro che ha nel Partito democratico guidato da Pierluigi Bersani il partito di maggioranza e che- lo diciamo in tanti che pure si sentono vicini alla causa di centro-sinistra e quindi alla necessità di ricostruire l’Italia dopo un ventennio di populismo berlusconiano-deve chiarire al presto il proprio programma di governo, rassicurare gli italiani non soltanto sulla immediata abolizione di tutte le leggi ad personam e ad aziendam, sull’urgenza di una normativa adeguata contro la dilagante corruzione politica e istituzionale, sulle condizioni delle carceri e dei carcerati, sulla lunghezza dei processi,sui diritti degli imputati e sui tempi delle sentenze.
Chi, come chi scrive, si occupa da più di 30 anni del fenomeno mafioso e nelle università parla di questi temi nel proprio insegnamento ai giovani di questo millennio appena iniziato sa quanto la ricostruzione del paese passi dalla riforma della giustizia e dell’informazione,dal diritto di critica anche dentro le forze politiche e parlamentari .
La deriva dei partiti personali-a cominciare da Forza Italia e dal Popolo della Libertà e dall’ultima vicenda incredibile dei rimborsi ma anche dall’Italia dei valori, ormai in fase di inarrestabile declino, e dal Movimento 5 Stelle che ha registrato, da parte di Grillo, il tentativo grottesco di eliminare al suo interno ogni forma di dissenso- è l’ultima prova evidente della grande urgenza di cambiare strada e realizzare, anzitutto nei partiti e nelle aggregazioni politiche,le regole scritte della costituzione democratica del 1948.
O riusciremo a farlo già oggi, e prima delle prossime elezioni politiche, o sarà molto difficile farlo con il nuovo parlamento e con il governo che sarà eletto. Speriamo che se ne rendano conto gli eletti e non solo i prossimi elettori.