La Conferenza Mondiale delle telecomunicazioni (WCIT-12) di Dubai si è conclusa con la firma di 89 Stati membri del nuovo trattato. Nel corso della cerimonia di chiusura, il Segretario Generale dell’ITU, l’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, Hamadoun I. Touré, ha commentato…“Una netta maggioranza di Stati membri ha già firmato il nuovo trattato e questi paesi rappresentano la maggior parte della popolazione mondiale. L’obiettivo comune è quello di portare i vantaggi delle comunicazioni ai 700 milioni di persone che ancora non hanno copertura di rete telefonica cellulare. E, ancora più importante, per i 4,5 miliardi di persone che non sono ancora in linea.”
Il nuovo trattato invita gli Stati membri a creare un ambiente favorevole per favorire ovunque le telecomunicazioni, migliorarne la qualità, aumentare la connettività e lo sviluppo delle reti, promuovere la concorrenza e ridurre i costi di interconnessione. Anche il tema dei diritti umani entra per la prima volta nel trattato: ”gli Stati membri ribadiscono il loro impegno ad attuare il presente Regolamento in modo che rispetti e sostenga i diritti umani”. Tuttavia, in molti pensano che questo riferimento ai diritti umani sia incompleto senza una menzione esplicita del diritto di accesso. Altro tema spinoso affrontato dalla Conferenza é stato quello relativo alla sicurezza delle reti, con particolare riferimento allo spam e ai servizi non richiesti. In questo contesto é sorta la principale questione che ha animato il dibattito politico: internet deve essere regolata oppure no.
La maggior parte dei paesi occidentali si é dichiarata contraria a forme di regolazione della rete per evitare di intaccarne la libertà. Molti paesi, tra cui la Cina e la Russia, avrebbero voluto invece regole più rigide e una competenza in questo senso dell’ITU. Morale: da un lato la Conferenza non ha deciso nuove forme di regolamentazione (é stato detto il regolamento non cita mai internet), dall’altro sono stati introdotti principi sulla sicurezza delle reti che indubbiamente avranno un effetto su internet.
In particolare, desta forte preoccupazione l’introduzione dello standard relativo all’uso della tecnologia DPI (Deep Packet Inspection). Questo tipo di tecnologia ha lo scopo di ispezionare il contenuto dei pacchetti in transito sulla rete Internet e il suo utilizzo consente di accedere al contenuto delle e.mail, della messaggeria istantanea e delle conversazioni VoIP, cioè quelle che sfruttano un collegamento internet, con la giustificazione dichiarata di salvaguardare la sicurezza della rete. La DPI rappresenta tuttavia un danno alla neutralità della rete e una grave violazione della confidenzialità dei contenuti delle comunicazioni on line.
La standardizzazione dell’uso del DPI per le “reti di nuova generazione” consentirebbe, per esempio, ai governi di monitorare e reperire informazioni sugli utenti della rete, sui dissidenti e sui giornalisti scomodi. Questa decisione della Conferenza ha indotto gli Usa e altri Paesi ad assumere un forte atteggiamento polemico, culminato con l’abbandono delle discussioni da parte delle rispettive delegazioni. Quanto alla posizione italiana, come nei bollettini meteo di una volta possiamo dire:”non pervenuta”.