“…l’anno vecchio è finito ormai/ma qualcosa ancora qui non va…”, canta Lucio Dalla. Assai più di qualcosa, per quel che riguarda carceri, giustizia, diritto. Il 2012 lascia in eredità al nuovo anno 20.000 detenuti oltre i posti disponibili; carceri in pessime condizioni strutturali; niente denaro per il lavoro penitenziario; tre euro al giorno per il vitto di ogni detenuto; 60 suicidi e un migliaio di tentati suicidi l’anno; una sessantina di bambini in cella con le loro mamme; 1.500 ergastolani e 1.100 internati negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
Tre giorni fa Roberto Martinelli, segretario del SAPPE, uno dei sindacati della polizia penitenziaria, ha rilasciato una intervista che è un vero e proprio concentrato di situazioni terrificanti; ci si augurava che a stretto giro di posta giungesse una rettifica, una smentita, una precisazione per assicurarci che Martinelli aveva enfatizzato, esagerato…
Nessuna smentita, rettifica, precisazione. Dunque nessuna enfasi, esagerazione. Purtroppo.
“Siamo costretti”, dice Martinelli “a tradurre i detenuti da una parte all’altra della penisola su Fiat Ducato che hanno già percorso mezzo milione di chilometri, privi di aria condizionata e con i sedili sfondati. Al ministero della Giustizia gli scortati viaggiano su Maserati, Jaguar e Bmw, anzi viaggiavano, perché dopo la mia denuncia contro questa vergogna qualcosa è cambiato”. Qualcosa.
L’Amministrazione penitenziaria, prosegue Martinelli, ha anche comprato Land Rover da 100.000 euro per i collaboratori di giustizia, usate invece dai dirigenti. Negli ultimi 20 anni sono stati 16.388 i tentativi di suicidio sventati dalla polizia penitenziaria. A fronte di 1.097 casi di detenuti che sono purtroppo riusciti a realizzare il loro proposito. Si uccidono, e da tempo, anche gli agenti della polizia penitenziaria: in media una decina di colleghi l’anno. Da gennaio siamo a8. Innessun carcere esiste uno psicologo del lavoro per il personale. L’impotenza quotidiana scava dentro. Gli agenti salvano i detenuti, ma nessuno salva gli agenti”.
Nei 206 istituti penitenziari nel primo semestre del 2012 si sono registrati 2.322 colluttazioni e 541 ferimenti. Il sovraffollamento ha raggiunto livelli patologici: 66.685 reclusi per una capienza di 45.849 posti. “Il nostro organico”, dice Martinelli, “è sotto di 5.447 unità. La spending review ha bloccato le assunzioni per tre anni, nonostante vi siano 1.200 agenti già idonei che premono per entrare in ruolo. L’età media dei poliziotti si aggira sui 37 anni. Altissima, considerato il lavoro usurante che svolgono, aggravato dai turni notturni, non meno di 6 al mese, e festivi. Dobbiamo confrontarci di continuo con realtà estreme: tossicomani, alcolisti, sieropositivi, detenuti per reati infamanti”.
Da via Arenula fanno sapere che in quest’anno il numero dei detenuti è diminuito. Vero. E’ diminuito di 1.236 unità e soltanto in sei. regioni. Di fatto, per far entrare nelle celle i 20.836 prigionieri eccedenti, le brande vengono sovrapposte fino al soffitto. In questo momento vi sono dietro le sbarre 26.804 detenuti, il 40 per cento del totale, in attesa di giudizio definitivo, la metà dei quali saranno poi assolti.
Marco Pannella ha annunciato per qualche giorno la sospensione dello sciopero della fame e della sete; e, a proposito di amnistia, gli ex ministri della Giustizia Angelino Alfano e Francesco Nitto Palma, ora ci dicono che bisogna fare quello che, quando erano in carica sostenevano non si poteva fare perché non c’erano i numeri in Parlamento, e politicamente parlando era un provvedimento inopportuno e illusorio. Di carceri, giustizia, diritto, legalità, si parla sempre meno. Se Pannella riprenderà – come certamente riprenderà – tra qualche giorno la sua iniziativa, ci si risparmi almeno il coro di “non mettere a repentaglio la tua vita” e tutte le banali banalità sentite e lette in questi giorni da parte di chi nel frattempo non ha mai mosso un dito per risolvere la questione.
Intanto ciambellani del nulla e avanzi di segreteria ci promettono (ancora) il paese dei balocchi, dove “…ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno,/ anche i muti potranno parlare/ mentre i sordi già lo fanno…”.