di Nadia Redoglia
La buona novella europea ha definitivamente stabilito che il (sedicente) ventennale messia non può più arrogarsi il titolo di “sceso dalle stelle”. Dalle stelle scende, ma da quelle europee e, sempre per stare in tema natalizio, è necessario prendere atto che quel bambinello lì va proprio gettato via con l’acqua sporca e non già per errore, ma perché cosa buona e giusta.
Salvo l’astro del ciel Maya (nel rispetto di chi crede a preveggenze, aruspici e miracoli) il nostro politico natale dovrebbe cadere verso la metà di febbraio. Pertanto il presepe è in fase di allestimento. A quanto pare stiamo col terreno in panno verde, cielo stellato in carta velina, muschio e pietruzze finti, ruscelli di carta stagnola già posizionati. Qualche pecorella, alcuni pastori, la filatrice, il pollivendolo, l’arrotino e altri mestieranti già sono piazzati: l’ondata arriverà più tardi. La capanna è però assolutamente vuota ché non sappiamo mica ancora, tra i personaggi più autorevoli, chi sceglieremo di mettere. Quanto al bue e all’asino siamo indecisi se posizionarli oppure no, specie da quando il Papa ha rivelato che nella capanna mica ci stavano!
Certo è che nessuno, per quel politico natale, s’aspetta che arrivi un salvatore ché desideriamo solo gloria per uomini di buona volontà, ma sommessamente speriamo che sia, per almeno una legislatura, the Last Christmas!