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Uranio. 20 anni di poligono, muore di tumore

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di Associazione vittime uranio
“Ha perso il marito per un tumore allo stomaco che lo ha stroncato dopo
anni di servizio nei poligoni militari di Nettuno e Santa Severa, in
provincia di Roma. Adesso chiede  i danni allo Stato insieme ai suoi due
figli, rimasti per molti mesi privi di reddito”. E’ la storia di una vedova
originaria della provincia di Rieti, ma residente con la famiglia a Roma,
che si e’ rivolta al legale dell’Associazione Vittime Uranio Bruno Ciarmoli.

“Sulla storia di nostro padre – racconta il figlio al blog
dell’associazione – molti elementi non tornano, dal servizio prestato alla
malattia, al tipo di armamenti utilizzati nei due poligoni dove ha operato
come tecnico per circa 20 anni”.  “L’attività’ svolta dall’uomo – spiega
l’avvocato Ciarmoli –  consisteva, tra le altre cose, nella preparazione e
nella posa in opera di bersagli nell’area in cui venivano collocate e fatte
brillare mine da guerra in collaudo o in sperimentazione. Inoltre l’uomo ha
prestato servizio presso il magazzino della sezione mine ed esplosivi”.
“Sulla scorta di questa vicenda e di altre segnalazioni giunte
all’associazione – conclude Ciarmoli – chiediamo quindi alla Commissione di
inchiesta sull’uranio impoverito di approfondire le indagini sui due
poligoni interessati e di fornire all’opinione pubblica le risultanze delle
indagini”.


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