Il 12 Ottobre è stata la prima data di mobilitazione studentesca. Qualche giorno prima, abbiamo lanciato, grazie ad Articolo 21, un appello a tutti i media, per far accendere i riflettori su noi studenti, sui nostri problemi, sulle nostre idee, sulla nostra voglia di cambiare il mondo di oggi. Gli studenti italiani vivono ogni giorno delle condizioni di reale difficoltà. Vivono in scuole fatiscenti, 1 studente su 5 non finisce il proprio percorso scolastico abbandonando la scuola prima del diploma, una scuola su 2 non è a norma. Siamo stanchi di sentir parlare dei problemi degli studenti solo ed esclusivamente quando un tetto ci casca addosso. E spesso non se ne parla neanche in quelle occasioni.
Tre settimane fa, a Trieste, all’Istituto Nautico, è crollato un controsoffitto ed un ragazzo è rimasto ferito. Nulla di grave, per fortuna. Nessuno ha parlato
dell’accaduto. Siamo stanchi di sentire parlare della situazione delle scuole solo quando accade il peggio.
Gli studenti non si sono mai tirati indietro. Sono stati in tutte le piazze, in questi anni, a fianco dei lavoratori, di chi vuole un’informazione libera e di qualità, delle donne che vogliono riprendersi il paese, di tutte quelle persone che sono scese in piazza per chiedere un presente e un futuro diverso. Hanno fatto da filo conduttore dei movimenti che in questi anni hanno attraversato l’Italia, e non si sono tirati indietro, neanche questo autunno, neanche di fronte ad una situazione politica complessa come quella che stiamo vivendo. Siamo scesi in piazza e ci ritorneremo il 14 e il 17 novembre per dire che nonostante questo paese non ci vuole, ci tratta come l’ultima ruota del carro tagliando tutto il possibile alla scuola, all’università e alla ricerca, noi non ci stiamo. Noi pretendiamo di cambiare.
Abbiamo scelto di collaborare con articolo 21 perché crediamo che senza un’informazione di qualità anche le nostre battaglie si perdano. Siamo stanchi delle rappresentazioni sbagliate che vengono date dei giovani e degli studenti in questo Paese. Siamo stanchi di sentire parlare di noi solo quando accade una disgrazia o quando qualcuno rompe una vetrina o lancia un uovo. Crediamo che questo tipo di informazione alimenti la rabbia, l’odio, il sentimento di insofferenza che caratterizza molte delle generazioni che lo stesso presidente del consiglio chiama “perdute”.
Pretendiamo una rappresentazione pubblica vicina ai nostri problemi reali e vicina anche alle proposte di cambiamento che ci contraddistinguono. E’ per questo che oggi
siamo qui, per rinnovare quel legame che spesso abbiamo portato insieme nelle piazze, che lega un Paese migliore e diverso ad un’informazione di qualità.
Grazie ad Articolo 21, tramite la nostra rubrica l’evidenziatore, abbiamo la possibilità di raccontare quello che viviamo ogni giorno, con le nostre parole e senza qualcuno che ci censuri. Speriamo che questa possa diventare pratica anche di chi dovrebbe fornire un servizio pubblico al paese, e noi di questo paese ne facciamo parte nonostante spesso per i media sembriamo invisibili.
* Portavoce Nazionale Rete degli Studenti Medi