di MoveOn Italia
Se è vero che il male esiste più per l’inazione dei buoni che per l’azione dei cattivi, la vostra personale sottoscrizione e ancor più il vostro contributo divulgativo (le vostre “buone azioni”) per
liberare la Rai dal totale controllo dei partiti e del governo
http://petition.avaaz.org/en/petition/Riforma_La_Rai_ai_cittadini/
costa pochissimo e vale moltissimo!
Contiamo su di voi, rivolgendoci al mondo dei media con particolare fiducia, con la speranza di vedere attuata la più importante e urgente riforma per la vita civile del nostro paese.
La Riforma “La Rai ai Cittadini” – 5 punti per garantire un bene pubblico
I cittadini propongono le istituzioni possono diventare aperte. Trasformiamo anche la Tv in un bene di e per tutti
Perché MoveOn Italia ha scelto come una delle sue missioni prioritarie la tv per i cittadini e una Tv libera di fare da cane da guardia ai poteri? Perché la Tv condiziona le priorità della politica e le scelte dei cittadini, quindi quasi tutto ciò che accade in politica, nel sapere ed in economia. Prendendo ad esempio i modelli di gestione più avanzati in Europa, ma anche le proposte di riforma della Rai tendenti a garantire qualità e autonomia proponiamo in 5 punti una riforma che assicuri non solo la necessaria efficienza aziendale, ma anche l’assoluta indipendenza editoriale del servizio pubblico. A settembre porteremo avanti il tavolo delle proposte.
1. Chiediamo il superamento dell’anomalia per la quale l’azionista del servizio pubblico è il Ministero dell’Economia.
2. Al posto della Commissione parlamentare di Vigilanza, chiediamo la costituzione di un Consiglio per le Comunicazioni audiovisive, i cui membri dovrebbero essere in maggioranza nominati dalla società civile (11 su 20) e che ogni organismo di nomina e gestione abbia una composizione di genere paritaria (50/50). Gli utenti del servizio pubblico, in quanto veri proprietari di un’azienda che finanziano tramite il canone, eleggono direttamente 6 componenti. Cinque sono nominati da rappresentanti di settore (sindacati, artisti, autori, accademici, fornitori di contenuti). Dei rimanenti 9 membri, 3 verrebbero eletti dagli enti locali (Regioni-conferenza permanente stati regioni, Province-l’Upi e Comuni-Anci) e 6 nominati dal Parlamento.
3. Il Consiglio nomina i vertici della concessionaria del servizio pubblico (il CdA Rai), selezionati mediante concorsi pubblici in base a criteri di professionalità, competenza nel campo radiotelevisivo ed indipendenza. Ad esso sono attribuite competenze di indirizzo e vigilanza.
4. Il Consiglio nomina altresì i componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, assicurando, anche in questo caso, i criteri della selezione trasparente, dell’indipendenza e del massimo di qualificazione.
5. Il Consiglio si pone al servizio degli utenti Rai, facilitando modalità interattive di controllo e di valutazione e garantendo ai cittadini un uso consapevole e attivo di tutti i media gestiti dal servizio pubblico.
Hanno aderito al percorso riformatore: Tana de Zulueta, Moni Ovadia, Loris Mazzetti (“Vieni via con me” – Che tempo che fa”), Giulio Cavalli, Gianni Minà, Ugo Mattei (“Beni Comuni”), Giovanni Valentini, Alessandra Mancuso (portavoce “GIULIA” Giornaliste Unite Libere Autonome), Flavio Lotti (Tavola della Pace), Corrado Guzzanti, Francesca Fornario, Carlo Freccero, Lidia Ravera, Corradino Mineo, Lorella Zanardo (autrice de “Il corpo delle donne”), Sabina Guzzanti, Giulia Innocenzi, Roberto Zaccaria, Udo Gumpel, Giovanni Anversa (RaiTre “Racconti di vita”), Paul Ginsborg, Michele Gambino, Roberto Natale, Massimo Marnetto, Arturo di Corinto, Rossana Casale, Santo Della Volpe, Silvia Bencivelli, Nicola D’Angelo, Guido Scorza, Maria Luisa Busi, Tiziana Ferrario, Luca Borgomeo, Maurizio Sciarra (100 autori), Nino Criscenti, Wolfgang Achtner, Carmine Fotia, Marco Mele (Il Sole 24 Ore), Carlo Tecce (Il Fatto Quotidiano), Vittoria Iacovella, Giuseppe De Marzo (A sud), Fabrizio Federici (Ansa), Sergio Bellucci, Gianni Orlandi, Giulietto Chiesa, Simona Coppini, Federico Lunadei, Grazia Di Michele, Simona Sala (Tg1), Giuliana Sgrena, Antonella Martone, Giovanni Mangano, Lorenzo Marsili (European Alternatives), Carlo Verna, Giuseppe Giulietti, Antonio Turri (Libera), Renato Nicolini, Marino Sinibaldi, Nino Criscenti, Anna Maria Polidori, Michele Conforti, Gian Mario Gillio, Claudio Lazzaro, Massimo Sani;
Vincenzo Vita, Claudio Fava, Giuseppe Civati, Carlo Rognoni, Antonello Falomi, Fabio Granata, Sandro Gozi, Furio Colombo, Giorgio Merlo, Niccolò Rinaldi, Angelo Bonelli, Leoluca Orlando, Nichi Vendola, Antonio Di Pietro;
Articolo 21, Usigrai, Fnsi, Libera dalle mafie di Don Ciotti, Libertà e Giustizia, A Sud, “100 autori”, “GIULIA” Giornaliste Unite Libere Autonome, Rete Viola, Liberacittadinanza, IndigneRai, Il Popolo Viola, TILT, Alternativa, Il Teatro Valle Occupato, Errori di Stampa, Il Comitato del Sole, Libertà e partecipazione, European Alternatives, Il tavolo della Pace, I cittadini contro le mafie e la corruzione, Rivista “Confronti”, La Rete 2018, LogOut lab, magazine women in the city, Gruppo Nazionale della Rete per la rivoluzione Gentile;
Sostiene l’iniziativa: Stefano Rodotà
Antitrus e Conflitto di Interessi – Congiuntamente e in continuità con il progetto “La RAI ai cittadini”, MoveOn Italia è inoltre impegnata alla definizione delle linee guida per iniziative che incidano sui due ulteriori temi di vitale importanza democratica quali l’antitrust e il conflitto di interessi. La campagna “La Rai ai cittadini” propone la sua riforma per garantire un bene pubblico – Per garantire la libertà e il pluralismo dell’informazione questa riforma non può prescindere da una netta e chiara separazione, definita per legge, tra l’esercizio del potere politico e la proprietà o la capacità di influenzare i media. E’ altresì necessario fissare limiti di concentrazione che un’unica società dei media sia autorizzata a controllare in uno o più mercati rilevanti. Per garantire la libertà e il pluralismo dell’informazione è essenziale una netta e chiara separazione, stabilita per legge, tra l’esercizio del potere politico e la proprietà o la capacità di influenzare i media.
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