Non chiamatelo amore. Non scrivete che Anna, Lucia, Rosalba sono state uccise in un raptus di follia, perché lui, l’assassino le amava troppo, non accettava di essere lasciato…Non scrivete che sono delitti passionali. Questo da un anno chiede GiULiA ai colleghi, alle colleghe, ai direttori e alle direttore. Si tratta di femminicido. Usiamola, scriviamola, questa parola. Una donna uccisa ogni due giorni da un uomo conosciuto, della sua cerchia familiare.
Domenica 25 novembre molto spazio dell’informazione è stato dedicato a quest’emergenza sociale e più in generale alla violenza sulle donne. Noi, le giornaliste di Giulia, vogliamo che si continui. Domani, dopodomani, e tutti i giorni. E che si faccia in modo corretto, senza uccidere per la seconda volta Anna, Lucia, Rosalba. Ci interessano poco le informazioni che, dopo ogni delitto, ci vengono fornite sull’assassino. Vorremmo invece sapere chi era quella donna uccisa, riconoscerci nella sua autonomia e libertà. Perché questo è il motivo per cui è stata uccisa in una cultura che ancora considera le donne oggetto di possesso.
Cambiare la cultura, a partire dalle redazioni. Per questo GiULiA ha promosso, con Udi, Casa Internazionale della Donna, D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza), Telefono Rosa e Lavori in corsa 30 anni Cedaw, la Convenzione contro la violenza maschile sulle donne – Femminicidio. Perché, per contrastare il fenomeno, occorre anche combattere le attitudini a rappresentare donne e uomini in maniera stereotipate e sessista nei media e nell’industria pubblicitaria.
La chiave nel contrasto alla violenza sulle donne, abbiamo scritto nella Convenzione, consiste anche “nell’uso non sessista del linguaggio nei media al fine di promuovere un rapporto rispettoso e un livello di potere equo tra uomini e donne”.
Chiediamo all’Ordine dei Giornalisti, alla Federazione della Stampa e agli editori di accogliere la Convenzione per ciò che riguarda l’informazione. Chiediamo un’adeguata formazione per i giornalisti e gli operatori dell’informazione. Nelle redazioni deve essere promossa una cultura più consapevole sulla violenza di genere e sul femminicidio per darne un’informazione corretta e adeguata. E chiediamo al governo, tramite i ministeri competenti, di istituire un’Osservatorio sull’informazione che riguarda la violenza di genere e il femminicidio . Non vorremmo che, passato il 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, si abbassasse la guardia e l’attenzione. GiULiA non lo permetterà.
* Portavoce di GiULiA