Il giudizio non poteva essere che negativo. A neanche un giorno di distanza dalle nuove nomine Rai, piovono pesanti e concordi le critiche: dalla FNSI, all’Usigrai, ad Articolo21, Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per il diritto di informazione ( di cui all’interno riportiamo i commenti integrali)… Il nodo irrisolto rimane lo stesso: nessun segno di discontinuità col passato.Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per il diritto di informazione: “Nomine dimostrano che nulla è cambiato”
‘Non e’ cambiato nulla, vien da dire guardando il ‘pacchetto’ di nomine varato dal vertice Rai. Da questa dirigenza Rai ci aspettavamo il segnale annunciato dal Dg Gubitosi e dalla Presidente Tarantola: un metodo nuovo che rispondesse alle esigenze di cambiamento che tanti cittadini esprimono. Nulla da fare, per ora. Ma la credibilita’ del servizio pubblico cosi’ non si risolleva’. E’ quanto si legge in una nota di Libera, Libertà e Giustizia, Comitato per il diritto di informazione, associazioni che hanno indicato Benedetta Tobagi e Gherardo Colombo nel cda Rai.
‘Soprattutto non e’ cambiato il modo di scegliere i candidati – prosegue la nota -: che fine hanno fatto le promesse di chiedere ed esaminare i ‘curricula’ dei candidati ai vertici di importanti reti e testate come Tg1, Rai1, Rai2 e Rai3? Non ne abbiamo visto traccia. Abbiamo invece assistito alle solite pressioni esterne di uomini politici della vecchia maggioranza di governo e di lobby nuove o collaudate in altre epoche, al punto che lo stesso Direttore Generale ha dovuto far capire che le scelte spettavano all’azienda in una intervista a ‘La Repubblica’ della scorsa settimana. Davvero le sue scelte sono state poi libere e indipendenti? A vedere in particolare la girandola di nomi lanciati nella mischia per il Tg1 e poi scartati senza motivazioni professionali, sembra di no’.
‘Che fine ha fatto la promessa del DG di dare finalmente spazio ai temi sociali oscurati, alla lotta alle mafie come ai problemi della pace nel mondo? Come cittadini preoccupati per la condizione del servizio pubblico radiotelevisivo, e come associazioni corresponsabili della nomina di due nuovi esponenti del nuovo CdA della Rai, avevamo chiesto agli amministratori espressi dal ‘governo dei tecnici’ un segnale forte di discontinuita’ con il passato. Ma, al di la’ delle valutazioni e del giudizio sulle persone, non ne vediamo alcuno. Ne’ abbiamo visto alcuna volonta’ di procedere al reintegro di quanti sono stati esclusi per ragioni estranee al merito e all’impegno professionale, cosi’ da chiudere finalmente la troppo lunga stagione delle omissioni, delle espulsioni, delle liste di proscrizione’.
Fnsi: “La Gasparri impedisce cambiamenti reali, dal vertice Rai nessuna visibile discontinuità”
“Senza una vera riforma della governance e chiarezza sulla mission, era difficile che alla Rai le cose assumessero davvero una piega di discontinuità. La vicenda delle nomine di oggi (ma anche quella del regolamento del Consiglio) dimostra che senza modificare regole e metodi sostanziali, un cambiamento reale non c’è e ciò fa torto anche all’identità professionale dei nominati”. Lo affermano in una nota il Segretario Generale e il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi e Roberto Natale.
Le spaccature del Cda sono clamorose su tutto il “pacchetto” e particolarmente sulla nomina del direttore del Tg1, Mario Orfeo, professionista affermato e solido. Sul piano contrattuale le valutazioni saranno della redazione.
Non si evince un senso chiaro e immediato che si volti pagina, come era necessario. Il Sindacato dei giornalisti tutto –la Fnsie l’Usigrai – aveva più volte sottolineato l’esigenza di una discontinuità effettiva della presa non solo dei partiti ma anche del Governo sulla Rai, del preliminare, o almeno contestuale, ritiro dei provvedimenti di emarginazione e del recupero pieno al lavoro attivo nel servizio pubblico dei professionisti esclusi per ragioni niente affatto professionali.
Queste procedure di nomina non appassionano affattola Fnsi. C’è necessità, oggi ancora di più, di cambiare in radice, a partire dall’urgenza di un netto superamento della legge Gasparri.
Il Direttore Gubitosi ela Presidente Tarantola, che si erano impegnati a compiere scelte e azioni “inclusive”, allo stato, non hanno ancora dato questo segno nel concreto.
In un contesto siffatto, purtroppo, ancora una volta tutte le scelte fatte (quindi anche quelle per le reti) – che pure evidenziano professionalità riconosciute – appaiono troppo orientate verso equilibri interni ed esterni all’azienda che si sono riflessi in votazioni che sanno troppo di scuola vecchia. D’altronde, se non si emenda il peccato originale e si chiarisce definitivamente che è tempo di finirla anche con la Rai del Governo e non solo dei partiti, di strada da fare ce ne sarà molta.”
Usigrai: “Nomine rilanciano l’urgenza di riformare la Gasparri”
“Non e’ questo il segnale che l’Usigrai chiedeva. Riemergono, a dispetto delle ripetute dichiarazioni di autonomia dalla politica arrivate dalla nuova dirigenza Rai, vecchi e ben noti metodi di scelta dei vertici che non ci hanno mai convinto”. Lo afferma, in una nota, l’Esecutivo nazionale dell’Usigrai, aggiungendo che “dopo oltre un anno di immobilismo, il Tg1 non puo’ ripartire da una nomina con una risicata maggioranza. Una scelta sulla quale pesano in maniera decisiva i voti dei compomenti del CdA di indicazione governativa. Questo rilancia l’urgenza di riformare la legge Gasparri”.
“Chiediamo: che tipo di contratto verra’ stipulato? Quanto e’ destinato a pesare sul bilancio dell’Azienda che i vertici definiscono preoccupante? Questo rende ancora piu’ inspiegabile la decisione di ricorrere a una professionalita’ esterna. All’interno della Rai c’erano giornaliste e giornalisti in grado di rilanciare il ruolo del Tg1. Nulla da dire sul nome di Mario Orfeo. Su di lui si esprimeranno il CdR della testata e poi la redazione con il voto sul piano editoriale. Per parte nostra rilanciamo con forza la richiesta di esplicitare il mandato che dovra’ assicurare la fine di una lunga stagione di notizie non date; quella delle esclusioni e marginalizzazioni; la messa in archivio di doppi e tripli incarichi”, conclude l’Esecutivo nazionale dell’Usigrai.
Articolo21: “Dai partiti al governo, nomine con il solito metodo”
“Al di là dei nomi, alcuni dei quali di professionisti di spessore, restano i metodi di sempre: dal controllo intollerabile dei partiti si è ora passati a quello sempre intollerabile del governo; non ci piaceva prima non ci piace oggi”. Così il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti commenta le nomine di oggi alla Rai. “Ora non resta che riprendere la battaglia per cambiare la legge Gasparri, una metastasi che continua a produrre disastri. Ci auguriamo davvero che la risoluzione del conflitto di interessi ed il superamento della Gasparri siano e saranno tra i provvedimenti prioritari dei primi cento giorni del prossimo possibile governo di centro sinistra. Per ora sul tema si registrano distrazioni e singolari silenzi”.