BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Lo sport del doping, chi lo subisce e chi lo combatte

0 0

Sandro Donati: E’ un business internazionale e ha punti di contatto con narcotraffico, interessi di multinazionali e mafie

Oltre 100 inchieste giudiziarie, dal 2000 sequestrati circa 105 milioni di dosi di farmaci usati per doping, alla media di 8 milioni di dosi sequestrate all’anno. Queste alcune delle cifre denunciate da Libera in occasione della presentazione del nuovo libro di Sandro Donati, maestro dello Sport dal titolo “Lo sport del doping. Chi lo subisce, chi lo combatte” “Edizioni Gruppo Abele”, uscito in questi giorni nelle librerie. La presentazione si è svolta presso la Federazione Nazionale della Stampa Italiana con la partecipazione di Don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera e del Gen. Cosimo Piccinno comandante nazionale dei carabinieri del Nas. Durante la presentazione Sandro Donati ha anticipato alcuni dati di un Report consegnato alla WADA (World Anti-Doping Agency) pochi mesi fa e di imminente pubblicazione dal titolo “Il mercato dei prodotti doping ed i cambiamenti nella riduzione dell’offerta: un’analisi dell’esperienza italiana” realizzato insieme alla professoressa Letizia Paoli, docente di criminologia presso l’Università belga di Lovanio.

 I numeri del doping. In Italia nel solo 2011 il consumo di farmaci e sostanze è stato stimato in almeno 371 milioni di dosi, pari ad un costo di annuo di circa 425 milioni di euro. Un consumo riferibile a circa 185.000 praticanti le diverse attività sportive e a circa 69.000 praticanti il body building, per una cifra nazionale di circa 254.000 assuntori. I due autori hanno analizzato i risultati di oltre 100 indagini giudiziarie, i dati dei sequestri di sostanze realizzati dal 2000 ad oggi dai carabinieri del NAS e dalle altre Forze di Polizia, i risultati dei controlli anti-doping realizzati dalla Commissione anti-doping del Ministero della Salute, i risultati delle indagini attraverso il questionario attuate dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dal Dipartimento Antidroga ed i risultati di altri studi, allo scopo di formulare una valutazione della diffusione del doping in Italia e del controvalore economico di questo mercato illegale. I sequestri di farmaci utilizzati per doping, dal 2000 ad oggi, sono ammontati a circa 105 milioni di dosi, con una media di quasi 8 milioni di dosi sequestrate annualmente. Tanti i sequestri ma se confrontati con il giro di questo business sono solo una porzione molto modesta poichè il consumo italiano di questi farmaci e sostanze è stato stimato per il 2011 almeno in 371 milioni di dosi, pari ad un costo di annuo di circa 425 milioni di euro. Si tratta certamente di una sottostima causata dal fatto che l’assunzione di molti farmaci con valenza doping non è rilevabile nei controlli anti-doping per cui sfugge, per ora, a qualsiasi valutazione. E’ dunque evidente che si tratta di tesserati sportivi o di frequentatori di palestre di body building che praticano sport a livello amatoriale o, comunque, distante dal livello nazionale.

 Amatoriale e professionisti, i conti non tornano. Rimane invece sconosciuta la reale diffusione del doping tra gli atleti di elevato livello che, evidentemente, presentano un rischio doping sensibilmente maggiore che, però, per una serie di ragioni, non traspare dai risultati dei controlli anti-doping. E’ significativo il fatto che a fronte del 4,5% di casi positivi rilevati nello sport amatoriale dai controlli della Commissione anti-doping del Ministero della Salute, la percentuale dei casi positivi nei controlli attuati dal CONI sugli atleti di alto livello si attesta intorno allo 0,70%! Senza considerare – ed anche questo è estremamente significativo – che il CONI ha smesso nel 2007 di pubblicare sul suo sito i risultati dei propri controlli. Le ragioni della “debolezza” di tali controlli sugli atleti di alto livello sono diverse: la coincidenza controllori controllati che, evidentemente, rappresenta un freno estremamente rilevante; la pressoché totale assenza di controlli a sorpresa che, come è noto, sono molto più efficaci di quelli programmati e quindi prevedibili in gara; la debolezza delle analisi anti-doping che non riescono a rintracciare nelle urine numerose sostanze; l’evidente “buco nero” dei controlli nel calcio e, più in generale, sui professionisti (delle diverse specialità sportive) di elevata valenza economica. Dopo “Campioni senza valore”, uscito nel 1989, il maestro dello Sport, Sandro Donati con questo libro torna sulla sua decisione di “smettere di raccontare” i suoi 35 anni di lotta contro il doping e ci consegna una coinvolgente testimonianza senza precedenti, raccontandoci cosa ha visto, senza risparmiare particolari e nomi dei protagonisti delle vicende che hanno caratterizzato la sua solitaria battaglia.  Gli scandali del doping si susseguono – si legge nel libro presentato oggi  – coinvolgendo campioni di primissimo piano. È ormai consapevolezza diffusa che in diverse discipline sportive il ricorso al doping coinvolge gran parte degli atleti di vertice e altera i risultati delle maggiori competizioni sportive, favorito da dirigenti che guardano solo al numero delle vittorie e da una parte della stampa sportiva che preferisce non vedere e non sentire. Pochi  sanno,  invece,  che  tutto  questo  ha fatto “scuola” e che molti praticanti di livello amatoriale affollano  gli  ambulatori  dei  medici  dei  “campioni”  per farsi prescrivere la “cura” miracolosa che può consentire loro di battere in gara il collega di ufficio o il vicino di pianerottolo. Così il doping è diventato fenomeno di grandi numeri, con molti punti di contatto con la droga e sta generando traffici internazionali manovrati dietro le quinte dalle multinazionali farmaceutiche e con gli interessi della criminalità organizzata.

Uno spaccato confermato dal Report consegnato alla Wada: tra il 2001 ed il 2009 sono stati 313 i procedimenti avviati dalle Procure per l’accusa di doping prevista dalla legge 376/2000, alla media di 35 procedimenti all’anno. Centocinquanta procedimenti riguardano accuse generiche di doping, e centosessantatré riguardano il commercio illegale in sostanze dopanti. Dal 2006 al 2009 sono state complessivamente 683 persone condannate per doping , 253 per accuse generiche di doping e ben 430 per commercio illegale in sostanze dopanti.

www.liberainformazione.org


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21