L’ammiraglio Di Paola ringrazia i senatori con ironia: “Mi auguro che nella prossima legislatura scriviate un bel Libro Bianco sulla Difesa. Ne avete parlato tante volte ma non l’avete mai fatto.”
di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
Meno lavoratori, più F35: il Senato approva. Martedì il Senato ha autorizzato i generali a tagliare i posti di lavoro per comprare i tanto discussi aerei. In un’aula particolarmente rumorosa e disinteressata, 252 senatori contro 12 hanno approvato una legge che affida al prossimo governo il potere di riorganizzare le forze armate.
Intervenendo nel dibattito, il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola, ha ribadito che si tratta di una semplice “revisione in senso riduttivo” e non di un nuovo modello di difesa. Infatti, nonostante tutto quello che sta succedendo nel mondo, questa “riforma” è stata fatta proprio con l’obiettivo che nulla cambi. I vertici militari di questo nostro paese vogliono continuare a comprare armi sempre più moderne e sofisticate e siccome sono costosissime e non ci sono più soldi tagliano il personale.
Così, invece di approfittare della crisi finanziaria per fare una vera riforma motivata da una coerente analisi geopolitica e dalla definizione del ruolo dell’Italia, il Senato ha preferito cedere. Così per altri 12 anni continueremo a buttare un sacco di soldi (in totale più di 230 miliardi di euro) per tenere in piedi un apparato militare un po’ più piccolo ma ugualmente anacronistico. Il paese non ce la fa più, milioni di persone e di famiglie non ce la fanno più, si tagliano i servizi alla persona e agli enti locali che li devono fornire ma i soldi per comprare armi e per soddisfare le ambizioni dei nostri generali non mancheranno.
Non stiamo parlando di armi qualsiasi. Parliamo degli F35, parliamo di armi da guerra ad alta intensità che nulla hanno a che fare con l’articolo 11 della nostra Costituzione e men che meno con le missioni di pace a cui potremmo partecipare nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Ma chi l’ha detto che l’Italia ha davvero bisogno di quelle armi! Chi e quando ha stabilito che ci dobbiamo organizzare per andare a fare la guerra in giro per il mondo? E visto che gli italiani sono sempre meno propensi a farsi coinvolgere in altre guerre, che senso ha buttare tutti questi soldi in armi? E ancora: perché si sono definiti precisi obiettivi di riduzione del personale militare e civile e non si è definita la revisione di nessuno dei 71 programmi di armamento avviati da dieci anni a questa parte? (…)
L’articolo prosegue su:
Flavio Lotti, Coordinatore Nazionale della Tavola della pace