L’Arabia Saudita apre al dialogo con l’ebraismo

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E’ una piccola rivoluzione quella in corso: con l’inaugurazione il prossimo 26 novembre del “King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue” (KAICIID) a Vienna, l’Arabia Saudita aprirà di fatto una forma di dialogo stabile con il mondo ebraico. Fra l’altro farà parte della stessa iniziativa anche la Santa Sede in qualità di membro “osservatore fondatore” dell’organismo. L’iniziativa è il frutto del lavoro portato avanti in questi anni da re Abdullah, 82 anni, custode delle due moschee sacre dell’Islam della Mecca e Medina, che ha cercato di promuovere una nuova stagione di dialogo interreligioso e interculturale fra oriente e occidente, nonché fra mondo arabo e islamico con cristianesimo e ebraismo. Non a caso re Abdullah è stato il primo sovrano saudita ad incontrare un Papa, è avvenuto nel 2007 con Benedetto XVI.

Il nuovo centro che avrà sede a Vienna – scelta in qualità di capitale di grandi istituzioni internazionali – è il fiore all’occhiello di questo lavoro e di un più generale movimento graduale verso le riforme anche politiche all’interno del Paese promosso dallo stesso sovrano. Ma, particolare assai significativo, nel “board” dell’organismo figura, insieme a rappresentanti di diverse religioni e confessioni cristiane, anche il rabbino David Rosen, uno dei leader dell’ebraismo più rappresentativi a livello mondiale nel dialogo interreligioso, personalità per altro ben nota anche in Vaticano. Il Centro può contare su tre “Stati fondatori”: il Regno dell’Arabia Saudita, la Repubblica Austriaca e il Regno di Spagna, che costituiscono il “Council of Parties” del nuovo Centro. Tale “Council” si è riunito il 31 ottobre a Vienna, alla riunione hanno parteciato alti rappresentanti dei ministri degli esteri dei tre Stati fondatori.

Il rappresentante della Chiesa cattolica nel Board sarà invece padre Miguel Angel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, il quale svolgerà anche la funzione di Osservatore nel KAICIID. Fra le altre personalità presenti nel board si trovano rappresentanti dell’arcivescovo di Canterbury, cioè della Comunione anglicana, quindi del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli. Ancora vi figura Mohammad Samamk, studioso sunnita libanese, Segretario generale del comitato per il dialogo islamo-cristiano, che già parlò al sinodo dei vescovi per il Medio Oriente svoltosi in Vaticano nel 2010. Sono poi presenti nell’organismo direttivo altre personalità del mondo musulmano e del buddismo.

Da segnalare nel board anche la presenza di Swami Agnivesh Presidente del World Council of Arya Samaj, movimento riformista dell’induismo. Segretario generale del centro invece sarà Faisal bin Abdulrahman bin Muaammar, consigliere del re Abdallah da tempo impegnato nel dialogo fra civiltà e religioni oltre ad aver ricoperto alti incarichi istituzionali nel governo di Riyadh. “Il board – spiega lo stesso centro – comprende rappresentanti di alto livello delle maggiori religioni del mondo (Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Induismo e Buddismo)”. Il centro ha come obiettivo quello di lavorare per costruire nuovi legami fra le culture e le religioni, lavorare per la giustizia e la pace, superare i conflitti, la comprensione reciproca.

Il mondo di Annibale


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