“Il bavaglio vien di notte…”, questo potrebbe essere l’inizio di una nuova filastrocca dedicata alla legge sulla diffamazione, diventata ormai una legge per ammanettare cronisti e cronache. Pur di riuscire nel loro intento, destra, leghista e responsabili, di nuovo insieme, hanno modificato il calendario del Senato, hanno previsto una seduta straordinaria per lunedì prossimo, con tanto di sedute notturne.
Tanta passione ” incivile” l’avevano forse manifestata solo in occasione delle votazioni sulla legge Gasparri, oppure quando dovevano salvare il capo e I suoi fedelissimi.
In questa occasione hanno manifestato la grinta dei giorni migliori, quella sfoderata per tutelare il vecchio zio egiziano, la giovane nipote e il nonno di Arcore.
Il contesto, dunque, è persino peggio di un testo che, partito per abrogare il carcere per i direttori, è ora arrivato a prevedere il carcere per tutti i cronisti eventualmente condannati. Siamo così arrivati al carcere a rotelle che, di volta in volta, si sposta dall’editore, al direttore, al cronista… un delirio senza fine.
Altro che tutela del diffamato e rafforzamento del diritto di cronaca!
Di tante ciance resta solo l’obiettivo di sempre: la legge bavaglio, le intimidazioni contro chi cerca di raccontare storie di malaffare, mafia e camorra.
La Fnsi e l’Ordine dei giornalisti hanno annunciato una immediata mobilitazione, mai come in questo caso sarà necessario esserci e non abbassare la guardia.
Ci auguriamo che, una volta per tutte, nessuno coltivi ancora l’illusione che, in questo contesto, e con questi numeri, possa uscire qualcosa di decente in materia di libertà di informazione.
Meglio, molto meglio gridare ” No bavaglio” e battersi per affossare la “legge manette”, prima che le manette si stringano attorno all’articolo 21 della Costituzione.
*tratto da Il Fatto quotidiano