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“Giovani pretendete il cambiamento”

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Un intervento di Dacia Maraini sui giovani e sulla necessità di puntare con decisione sulla cultura
Dacia Maraini siede nei banchi del Consiglio Comunale. Di fronte a lei, in una affollatissima Sala Consiliare, alcune classi degli Istituti Superiori .
Siamo a Senigallia, città che ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Dacia Maraini, la scrittrice italiana più famosa al mondo, e che intende promuovere la creazione di un Centro Studi Marainiano incentrato sullo studio dei suoi testi teatrali.

Il Sindaco Maurizio Mangialardi legge la motivazione del riconoscimento: “A Dacia Maraini, capace di riunire nella sua scrittura il talento artistico con una profonda passione civile”.
Poi tocca alla Maraini prendere la parola. Il suo non è un intervento ma un dialogo con gli studenti. Nessuna retorica, nessuna lectio magistralis. Parla con calore Dacia e con quella capacità che è solo dei grandi scrittori di nominare i sentimenti attraverso le parole. Ed è così che gli studenti l’ascoltano in silenzio senza perdersi nemmeno un respiro.

“Vedete – inizia – la letteratura ha sempre a che fare con la passione civile. I grandi del passato ce lo insegnano. Pensate a Dante, ma pensate anche a Leopardi che siamo abituati ad immaginare come un poeta chiuso un po’ nel suo mondo, ma che invece ha manifestato spesso nei suoi scritti una sincera tensione civile. Certo, la scrittura è un’espressione artistica, ma l’arte non può mai essere separata dalla passione civile. Anzi sotto questo aspetto lo scrittore ha un compito in più: riuscire a trovare le parole per esprimere quello che molte persone pensano ma non riescono a dire con esattezza. Ecco, in questo senso lo scrittore può aiutare la maturazione di una coscienza civile unitaria”.

A questo punto la scrittrice parla della profonda inquietudine che attraversa i nostri giovani, che non riescono nemmeno più ad immaginare un futuro.
“Oggi l’Italia assiste impotente alla fuga dei giovani verso altri paesi. E’ grave che una nazione non riesca a trattenere i propri talenti. Quello che mi sento dire, cari ragazzi e care ragazze, è di prepararvi, di maturare una competenza, quale che sia il percorso professionale che decidiate di intraprendere. So bene che quelli passati sono stati anni difficili nei quali, al contrario, si sono affermate persone prive di qualsiasi competenza, ma occorre guardare avanti. Acquisite una competenza e rimanete in Italia, perché abbiamo bisogno di giovani preparati, di persone che pensano”.

Poi è la volta di uno dei temi che stanno maggiormente a caro alla scrittrice: la scarsa attenzione che in Italia viene prestata alla cultura.
“Qualche tempo fa sono stata in Vietnam dove ho scoperto con mia grande sorpresa che ci sono molti ragazzi che studiano l’italiano. Ho chiesto il perché ad una ragazza vietnamita che mi ha risposto:voi siete la più grande potenza culturale del mondo. Ecco, forse i nostri governanti dovrebbero ricordarsene più spesso. Per anni in Italia abbiamo inseguito il mito dell’industrializzazione invece che puntare sulla cultura. La città di Gela in Sicilia ne è la metafora perfetta. Votata per anni all’industria e al petrolio, ora ha perso entrambi e rischia di cadere a pezzi, possibile preda della mafia. Ma quando capiremo che occorre investire nella nostra arte e creatività che non hanno eguali al mondo? Non parliamo poi del sistema scolastico italiano che versa in stato d’abbandono e che è vissuto quasi come un impaccio invece che per quello che dovrebbe essere: l’anima di un paese dal quale dipende il suo futuro”.

Prima di terminare Dacia Maraini lancia un appello agli studenti: “Le cose devono cambiare nella nostra società in maniera tale che il merito sia finalmente premiato. Tocca a voi pretendere la meritocrazia, mettendovi in un atteggiamento esigente. Dobbiamo credere nel futuro, pretendendo le cose da noi stessi ma anche dagli altri”.


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