Il parlamento ha gettato la maschera: prima sanzioni tagliola per intimidire preventivamente i giornalisti, tanto più se free lance. Sanzioni che restano nel disegno di legge sulla diffamazione. Ora la reintroduzione del carcere. Quanto accaduto ieri nell’aula del Senato, nella cui aula siedono 39 indagati, con lo schermo del voto segreto su un emendamento proposto da Api e Lega, e votato a maggioranza, è vergognoso. Una classe politica investita dagli scandali sulla corruzione si vuole vendicare della stampa. La rete GIULIA (Giornaliste Unite Libere Autonome) dice no al bavaglio ed è pronta a mobilitarsi e manifestare per impedire questo obbrobrio.
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