Firma l’iniziativa dei cittadini europei per il pluralismo dei media

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Decine di testate editoriali sono sull’orlo della chiusura per il taglio di contributi pubblici all’editoria che servono a garantire la loro possibilità di uscita in un mercato dell’informazione da troppo tempo distorto e non regolamentato; continuare a ridurli rappresenta un vero e proprio accanimento verso le piccole testate. Contemporaneamente si discute in Parlamento di norme che pregiudicherebbero la libera informazione e aumenterebbero le possibilità delle chiusure. Togliere il carcere per i reati di diffamazione è giusto, pretendere contemporaneamente le necessarie ed esigibili garanzie per l’onorabilità e il rispetto delle persone lo è altrettanto.

Ma che c’entra tutto questo con il dibattito che si è aperto e con le scelte che sono in discussione?

La pubblicità è requisita dalle televisioni per la mancanza di norme antitrust e per un evidente conflitto di interessi che non viene rimosso.

La cosiddetta legge Gasparri ha previsto un contenitore per le risorse pubblicitarie unico e complessivo, cancellando contemporaneamente le norme antitrust dei singoli settori informativi.

Invece di intervenire su questo, cioè su aspetti che riguardano e tutelano i più forti, anche questa volta si preferisce infierire sui più deboli. ? In Italia questa è la situazione che rende ancora più evidente che qualcosa non va nel rapporto tra governi, politica, economia e pluralismo della comunicazione.

La difesa del pluralismo e della libertà di informazione passa in modo prioritario anche dal tema dei monopoli e  può adesso avvalersi di una nuova opportunità, l’iniziativa europea dei cittadini.

La possibilità cioè, raccogliendo un milione di firme in almeno 7 paesi, di presentare direttamente una proposta legislativa alla Commissione Europea. Per questo tante associazioni che da anni si battono per la libera informazione in Italia, assieme ad analoghe associazioni di altri paesi europei, hanno deciso di dare  vita all’”iniziativa dei cittadini per il pluralismo dei media”.

La Commissione Europea ha accettato i nostri rilievi, e questo fa giustizia di una lunga polemica: non siamo noi che inventiamo problemi contro qualcuno, ma è la realtà.

Problemi che riguardano non solo l’Italia ma molte altre parti dell’ Europa in cui la libertà d’informazione peggiora e si restringono gli spazi del pluralismo. Il virus è partito da noi, ma si sta diffondendo in tutta Europa.

L’iniziativa dei Cittadini rappresenta quindi una straordinaria occasione di democrazia diretta, una  possibilità che deve essere adeguatamente sfruttata. Non esaurisce certo l’insieme dei temi relativi al pluralismo, ma è una possibilità nuova per un concreto intervento. La Commissione Europea, se la raccolta avrà successo, dovrà adottare una Direttiva su aspetti fondamentali come: disciplina della proprietà e  controllo dei mezzi di informazione, indicazione delle posizioni di governo o elettive in cui non si possono assumere posizioni di controllo, indipendenza del servizio pubblico radio televisivo, indipendenza delle autorità di controllo.

Nelle prossime settimane il comitato promotore italiano programmerà iniziative di pubblicizzazione sul merito e sui meccanismi della raccolta (le firme potranno essere raccolte anche tramite internet) che partirà dalla fine del mese di novembre e durerà un anno (molto meno se avrà il successo che merita). Chiederemo agli organi d’informazione di far conoscere i contenuti della campagna e a chi di loro vorrà di mettere a disposizione i propri siti internet per la raccolta delle firme.

Partecipare alla campagna, diffondere il testo della richiesta alla Commissione, raccogliere le firme è un atto concreto per la libertà d’informazione in Italia e in Europa.

Firma anche tu.


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