Diffamazione. Reporters sans frontieres: “Inaccettabile!”

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Pubblichiamo di seguito il comunicato di Reporter senza frontiere circa il progetto di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, in discussione al Senato. Il comunicato è stato diffuso a livello internazionale (sul sito www.rsf.org trovate le versioni francese e inglese) e in Italia (sito www.rsfitalia.org).

Reporter senza frontiere è costernata per l’approvazione da parte del Senato
italiano di un emendamento in contraddizione con un disegno di legge nato
per depenalizzare la diffamazione a mezzo stampa. Secondo l’emendamento
approvato dal Senato, i giornalisti continueranno ad essere esposti alla
possibilità di reclusione.

“Contiamo sui membri del Parlamento italiano perché venga respinto questo
emendamento e sollecitiamo tutti i parlamentari italiani a garantire che la
legislazione in vigore sia rivisra in modo da promuovere la libertà di
informazione,” ha dichiarato Reporter senza frontiere.

Dopo che il giornalista Alessandro Sallusti è stato condannato a 14 mesi di
carcere con l’accusa di “diffamazione aggravata” nel mese di
settembre<http://rsfitalia.org/2012/09/28/italia-prigione-per-la-violazione-della-legge-sulla-stampa-da-parte-di-uno-stato-fondatore-della-ue/>,
il Senato ha iniziato alcune settimane fa a lavorare su una progetto di
legge d’urgenza disegnato per sostituire le pene detentive in caso di
diffamazione con sanzioni pecuniarie .

Quando il progetto di legge  che vedeva la sostituzione del carcere con
pesanti multe è arrivato nell’aula del Senato, la stragrande maggioranza
cdei partiti dichiarò il proprio favore, ma il 13 novembre, a scrutinio
segreto, il Senato ha approvato un emendamento della Lega Nord per
introdurre il carcere nella nuova legge (con 131 voti a 94 e 20 astensioni).

Dopo una settimana di sospensione per cercare una soluzione contro
l’ipotesi del carcere, il 22 novembre è stato approvato al Senato (con 122
voti a 111 e 6 astensioni) un emendamento proposto dalla Lega Nord e dal
Popolo della Libertà (PDL) per eliminare il carcere e sostituire la pena
con multe da 5.000 a 50.000 euro, ma questo *solo* per i direttori mentre
resterebbero confermate le pene fino a un anno di carcere per tutti i
giornalisti.

Il Senato è ora chiamato a votare il disegno di legge il 26 novembre.

“Siamo scioccati dalla incoerenza e volubilità dei senatori italiani su una
questione di tale importanza,”  ha detto il segretario generale di Reporter
senza frontiere, Christophe Deloire. “Non siamo più di fronte ad un giudice
che applica una legge obsoleta e sbagliata, ma con i parlamentari che
prevedono una Legge che, niente di meno, prevede di imprigionare i
giornalisti in un paese che è membro fondatore dell’Unione europea.

“In un atto di straordinaria incoerenza, i membri del PDL che avrebbero
dovuto depenalizzare la diffamazione hanno reso la situazione ancora più
complicata. La differenza del trattamento riservato ai giornalisti e ai
direttori, anche se congiuntamente responsabili dal punto di vista
editoriale, è discriminatoria, probabilmente incostituzionale e totalmente
inaccettabile.

“Mentre le pene detentive sono assolutamente inconcepibili in un paese
membro dell’Unione Europea, 50.000 euro di multa sono non meno inquietanti;
nel contesto economico attuale, essi costituiscono una minaccia che è quasi
efficace come carcere ed è forse anche più pericolosa.

“I senatori Pdl e Lega Nord volevano chiaramente colpire i giornalisti, che
sarebbero obbligati a lavorare con una minaccia costante incombente su di
loro. Questa legge, se approvata, renderebbe altamente probabile, per i
soggetti di molte inchieste, di abusare di queste norme per sopprimere ogni
nuova possibilità di indagine, per non parlare dell’impatto che la legge
avrebbe sul livello di auto-censura già significativo in Italia.

“Il Governo e i Parlamentari italiani spingono sul fatto che gli stati
membri UE debbano spingere verso l’adozione di standard democratici ai
quali però essi stessi stanno, paradossalmente, voltando le spalle.
L’Italia sta ancora una volta dimostrando che la legislazione è la più
grande minaccia per la libertà dei media nell’Unione europea.

Come RSF evidenzieremo questo ultimo deplorevole esempio al Comitato per
libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo,
Comitato che sta attualmente lavorando su una relazione sulla libertà dei
media nei 27 Stati membri. E’ giunto il momento di porre fine a questa
farsa. La depenalizzazione dei reati dei media deve essere un obbligo e una
priorità dei Parlamenti di tutti i membri dell’Unione europea. ”

Italia è classificata al 61° posto su 179 paesi nelle ultima classifica
della libertà di stampa di Reporter senza frontiere, classifica che verrà
aggiornata alla fine di gennaio.


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