Questa legge non può essere approvata: non possono esserci trattamenti diversi tra giornalista e direttore di un giornale,nel caso di una diffamazione: sia nella responsabilità che nelle sanzioni. Costituzionalmente è inaccettabile il fatto che il giornalista autore di un articolo possa rischiare il carcere,mentre il direttore venga solo multato. Anche perché per legge è sancita la responsabilità oggettiva del direttore per tutto ciò che va in onda o viene pubblicato, altrimenti non ci sarebbe deposito della firma in tribunale per poter autorizzare qualunque pubblicazione o emissione via radio-tv. Per questo il Parlamento non deve votare una legge che salvi il direttore dal carcere mentre lo dispone per il giornalista autore di un articolo . E questo vale anche per dare al cittadino una garanzia di tutela nel caso sia vittima di una diffamazione. Noi siamo contrari a qualunque forma di carcerazione per i giornalisti: ma a maggior ragione lo siamo anche per una legge che divide le responsabilità tra giornalista e direttore.
Contemporaneamente, il Parlamento italiano è sordo ad ogni tipo di appello, più volte lanciato da Libera Informazione,insieme alla FNSi, Articolo21, Ossigeno e Unione Cronisti, affinchè venga introdotta nella legge una forma forte di dissuasione verso le querele temerarie. Quelle forme di risarcimento milionario chiesto ai giornalisti coraggiosi usando la legge sulla diffamazione, al solo scopo di intimidirli, di colpire il lavoro di chi fa inchieste contro le mafie, la corruzione, il malaffare.
Per questo la FNSI, il sindacato dei giornalisti italiani ,chiede al Senato di tornare sui propri passi e di non approvare una legge dal solo sapore punitivo verso la stampa e la libertà di informazione: il Parlamento,chiede la FNSI, non voti la normativa che “introduce limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate e inique a carico dei giornalisti, senza che siano introdotte regole efficaci di riparazione delle dignità delle persone per eventuali errori o scorrettezze dell’informazione“,scrive il sindacato aggiungendo : Il ddl sulla diffamazione è “una pessima legge che introduce norme assurde: le ragioni della protesta e la richiesta di ritiro sono condivise da Fieg e da Fnsi
“In occasione della discussione al Senato della Repubblica del disegno di legge sulla diffamazione a mezzo stampa – si legge nell’appello congiunto – la Fieg e la Fnsi si uniscono nel rinnovare al Parlamento e a tutte le forze politiche l’appello a non introdurre nel nostro ordinamento limitazioni ingiustificate al diritto di cronaca e sanzioni sproporzionate e inique a carico dei giornalisti con condizionamenti sull’attività delle libere imprese editoriali, senza peraltro che siano introdotte regole efficaci di riparazione della dignità delle persone per eventuali errori o scorrettezze dell’informazione”.
Libera Informazione aderisce alla mobilitazione dei giornalisti italiani chiedendo al Parlamento di fermarsi e di ripensare la modifica della legge sulla diffamazione: ritorniamo a ragionare sulla legge, nel nome dei diritti dei cittadini ad essere tutelati e contemporaneamente informati correttamente; dei giornalisti a fare inchieste e scrivere articoli senza la spada di Damocle del carcere o di risarcimenti milionari che ne impedicono così la ricerca della verità e la pubblicazione di quegli articoli che creano nell’opinione pubblica la sensazione e la presenza di essere tutelati dalla conoscenza dei propri diritti e delle disfunzioni che li colpiscono.
Sarebbe censura e Libera Informazione,oggi più che mai, è fortemente impegnata nella cultura della legalità, della conoscenza e nella lotta alle corruzioni, alle mafie,ai soprusi contro i cittadini: sempre a fianco dei giornalisti democratici, contro le macchine del fango e le censure,dirette e indirette.
Per questo siamo alla fiaccolata in Piazza del Pantheon ,alle 18 di lunedì 26 novembre 2012.