Il rispetto per le istituzioni parlamentare non ci fa velo e non ci impedisce di ribadire le ragioni della coerenza e del senso di una giustizia giusta. Al punto in cui si trova, la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa è improponibile, fomenta scontro e alimenta ingiustizia. Non passerebbe neppure un serio vaglio di costituzionalità. Sta diventando un’assurda provocazione, quasi una ricerca di scontro sociale, dopo aver già marcato la via, indecorosa, di un regolamento di conti. La saggezza dei vertici parlamentari s’imponga sulle irragionevolezze e sulle spinte muscolari. La temperatura sociale è già molto calda, il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa sta osservando con inquietudine quanto sta accadendo. L’unica risposta, se si vuole il bene dell’Italia, è uno stop a questa proposta di legge diventata impresentabile. Non si surriscaldi ancora la temperatura. Se si avanti cosi, anche uno sciopero generale potrebbe essere inevitabile.
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