Alessandria: detenuto di 65 anni muore in cella, era in carcere per non essersi sottoposto alla prova dell’alcol-test

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Aveva chiesto di scontare la condanna (4 mesi) presso la propria abitazione, come previsto dalla cosiddetta legge “svuota-carceri”, ma il giudice non ha ritenuto “idoneo” il domicilio proposto, decidendo di mandarlo in galera.
Salgono così a 140 i decessi nelle carceri italiane da inizio anno (di cui 53 per suicidio), mentre il bilancio del Dossier “Morire di carcere” – avviato 13 anni fa – oggi conta 2.072 persone morte in stato di detenzione (744 per suicidio). Un bilancio da “catastrofe umanitaria”.

Giuseppe Piccinini, 65 anni, è morto domenica mattina nel carcere “Don Soria” di Alessandria dov’era entrato solo due giorni prima, venerdì pomeriggio. Ancora sconosciute le cause del decesso, anche se la direzione del carcere parla di “arresto cardiaco”.
Per quale motivo Giuseppe è finito in carcere? Tre anni fa, il giorno di Natale del 2008, rimane  coinvolto in un incidente stradale (subisce un tamponamento) e, alla richiesta degli agenti di Polizia Municipale intervenuti, rifiuta di sottoporsi all’alcoltest.
Viene denunciato, processato e condannato a 4 mesi di reclusione (senza “condizionale”). Venerdì scorso, mentre si trova al bar a giocare a carte, gli viene notificata l’ordinanza di  carcerazione, che rende esecutiva la condanna “definitiva” del maggio 2011. Ha pure chiesto di poter scontare la pena in detenzione domiciliare (come previsto dalla legge “svuota-carceri”), ma il Magistrato di Sorveglianza di Alessandria dichiara inammissibile l’istanza per “mancanza di idoneità del domicilio” e perché manca un “programma ambulatoriale presso il Ser.T. per abuso di alcol”.

La denuncia della figlia

“Chiediamo giustizia. Vogliamo sapere perché mio padre è morto. Aveva seri problemi di salute, doveva essere sottoposto a un intervento chirurgico nel mese di novembre. Invece del carcere avrebbero potuto concedere i domiciliari: ma non è andata così perché il giudice di sorveglianza ha dichiarato inammissibile quella possibilità per “mancanza di idoneità di domicilio e perché manca un programma ambulatoriale presso il Sert per l’abuso di alcool”. Nella notte tra sabato e domenica mio padre è morto nel carcere di piazza Don Soria.
A parlare è Silvia Piccinini, la figlia di Giuseppe, 65 anni, residente “da sempre” in Alessandria in via Oberdan. L’uomo era stato condannato nel 2011 a quattro mesi di arresto per guida in stato d’ebbrezza. Rimasto coinvolto in un incidente stradale (era stato tamponato), si era rifiutato di sottoporsi all’alcol-test: quindi la denuncia, il processo e la condanna. Diventata esecutiva la sentenza, venerdì è scattato l’arresto in un bar di Alessandria, dove Giuseppe stava giocando a carte con degli amici. Piccinini è stato condotto in carcere. Da quel momento, due giorni di silenzio più totale fino a quando, domenica mattina, alla moglie di Giuseppe è arrivata una telefonata: “Suo marito è mancato”.

*fonte Osservatorio permanente sulle morti in carcere


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