Dopo il danno, anche la beffa. Infatti dopo il tragico danno della Commissione Grandi Rischi e della Protezione Civile che qui l’aveva mandata per rassicurarci, adesso la beffa di una parte della comunità scientifica avallata dalla brutta politica e dalla brutta informazione.
Il processo alla Commissione Grandi Rischi e la sentenza emanata, sono atti specifici volti all’accertamento dei fatti che avvennero a L’Aquila prima del terremoto.
Nessuno e tanto meno il Comune dell’Aquila che si è costituito parte civile, ha mai avuto intenzione di processare la scienza. Piuttosto ci interessa accertare atti e responsabilità di quei componenti della Commissione Grandi Rischi che a L’Aquila è venuta, non purtroppo per indagare il fenomeno che da mesi colpiva il territorio, bensì per obbedire al comando del capo della Protezione Civile Bertolaso che in una intercettazione telefonica con l’assesore Stati, pubblicata mesi fa sul sito di Repubblica, affidava agli scienziati il solo scopo di fare esclusivamente “un’operazione mediatica” e “tranquillizzare la gente” .
Bertolaso e Stati convennero su questa necessità e non ci furono voci di scienziati a rompere quel micidiale schema utilizzato, non per conoscere e informare ma per rassicurare.
La comunità scientifica e quei politicanti da strapazzo che insorgono contro questa sentenza, nulla sanno degli atti processuali e non aspettano, come sarebbe giusto e rigoroso, di vedere le motivazioni della sentenza, ma più comodamente usano la metafora ideologica e davvero poco razionale del “processo alla scienza”.
Mi sarei aspettata dalla comunità scientifica una presa di distanza dai comportamenti di quei “cosiddetti scienziati” che, invece di comportarsi da tali, hanno piuttosto assecondato il bisogno politico della rassicurazione, invece del bisogno scientifico dell’informazione.
Quando un giudice condanna un medico che per negligenza o imperizia ha prodotto menomazioni o morte ad un paziente, è forse un processo alla medicina? O non è molto più semplicemente il processo a quel medico negligente e incapace? Quando si processa un politico che ruba e lo si condanna giustamente, non è semplicemente il processo a quel politico e alle sue ruberie e non un processo alla politica? I medici competenti e i politici onesti ringraziano i giudici che condannano incapaci e disonesti.
Questa coraggiosa sentenza rende un po’ di giustizia agli aquilani truffati prima e dopo il terremoto ed ingannati in maniera vergognosa.
Il terremoto dell’Aquila non poteva essere previsto, ma a noi aquilani non è stato detto questo, è stato detto esattamente il contrario, ovvero che non era prevedibile in quel dato momento un terremoto grave e che lo sciame sismico era un fenomeno di scaricamento dell’energia, cioè un elemento positivo e tranquillizzante.
Come può allora una comunità scientifica preferire una difesa ad oltranza di chi è condannato, invece di difendere la scienza dall’oltraggio delle interferenze della brutta politica che in quella circostanza e forse anche in altre hanno usato commissioni, comitati per fini che nulla c’entrano con l’informazione scientifica?
Ben vengano allora le dimissioni. Si troveranno sicuramente altri scienziati animati da amore per la scienza e per la buona informazione per farne parte.
La Commissione Grandi Rischi in occasione del terremoto dell’Emilia Romagna si è comportata molto diversamente, così come la Protezione Cilvile in più di un’occasione dopo il 6 aprile ha lanciato allarmi meteo, addirittura invitando la popolazione a non uscire di casa. Non mi sembra che quegli allarmi abbiano prodotto se non qualche disagio, gravi ripercussioni. A L’Aquila sarebbe bastato non negare l’evidenza.
Mentre nella città ferita, dopo le rassicurazioni, si sono contati 309 morti e migliaia di feriti.
Ma l’Aquila pur truffata ed ingannata non si arrende.
*Assessore la comune de L’Aquila