Una giornata ricca di emozioni ma anche di conferme. L’emozione di inaugurare un simbolo di rinascita di questa Città; la conferma, arrivata dal Presidente Napolitano, che la ricostruzione sarebbe dovuta ripartire dal Centro Storico. L’emozione di essere a fianco del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Dellai che si è da subito operato in maniera eccezionale, facendo sempre un passo indietro rispetto alle scabrose apparizioni in prima fila che sono state la regola dei primi mesi del post terremoto; la conferma che, se i soldi buttati per la costruzione delle 19 new town fossero stati utilizzati per i palazzi del centro, così come avremmo voluto noi, la Città sarebbe ripartita con meno difficoltà e con una spinta emotiva diversa, positiva.
L’emozione di poter godere del genio di Renzo Piano; la conferma che, dalla Cultura una città può trarre la forza per reagire ed il coraggio per agire.
Era il 1955 quando Claudio Abbado, ancora pianista, fu invitato all’Aquila, città povera, chiusa tra le montagne, da Nino Carloni ed altri illustri aquilani che hanno avuto l’intuito di vedere nella cultura e nel suo sviluppo, una vocazione di questo territorio.
Oggi Abbado ci regala questo concerto, in un momento in cui la Regione Abruzzo taglia fino all’80% dei fondi regionali e gli operatori della cultura rischiano di restare senza lavoro.
Gli stessi operatori che hanno animato, nel giorno dell’inaugurazione dell’Auditorium del Parco, una partecipatissima Festa della Musica, suonando tutti, gratuitamente, dopo l’Orchestra Mozart, sino a tarda notte.
Resta forte, oggi, il contrasto tra quell’angolo di Europa incastonato nel Parco del Castello ed il centro storico, ingabbiato nel silenzio.