Scioglimento comune Reggio Calabria. Enzo Ciconte a Rainews24

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“A Reggio Calabria imperava un regime politico mafioso? Se si è deciso di sciogliere il conisglio comunale evidentemente sì. Nella carte della Prefettura c’erano elementi tali da portare a questa decisione. Il ministro dice per contiguità e non per infiltrazioni “. Così l’ex parlamentare Enzo Ciconte esperto di ‘ndranghera e crimunalità organizzata ospite di Rainews24 . “Se il ministro Cancellieri , che poi è un tecnico, e che è stato pure Prefetto,  dice per contiguità lo dice probabilmente per addocilre la pillola amara che sta facendo inghiottire agli altri perchè diversamente un provvedimento del genere non regge se fosse scritto così”.

Continua Ciconte “A mia memoria il consiglio comunale di Reggio Calabria era già stato sciolto nel 1869 .. Adesso ci sono due consiglieri comunali che sono stati arrestati in questa consigliatura . C’è stato un assessore di questa giunta che è stato costretto a dimettersi perchè la suocera aveva ospitato un latitante famoso il quale ha ringraziato con un pizzino per l’ospitalità. E poi ‘cè stata la vicenda della Multiservice società partecipata per il 51% dal Comune di reggio Calabria che ha avuto nel restante 49% una presenza della ‘ndrangheta. Una presenza molto qualificata di famiglie importanti e dominanti della ‘ndrangheta. E probabile che l’insieme di questi elementi abbiamo fatto si che si arrivasse allo scioglimento di un conisglio comunale in carica da poco più di un anno e mezzo”.

Incalzato dalla domante di Corardino Menie Ciconte sottolinea: “Evidentemente le pressioni erano così forti da portare a questa decisione. Che ci fossero legami tra ‘ndrangheta e politica non è cosa di questi ultimi anni ma, purtroppo, antica. Questo provvedimenmto è un vero e proprio terremoto senza precedenti nella storia repubblicana: è infatti la prima volta che viene sciolto il consiglio comunale di una città capoluogo di provincia. E questa è una cosa che deve far riflettere tutti”.  Enzo Ciconte profondo conoscitore della realtà criminale legata alla ‘ndrangheta parla anche della prossima scadenza elettorale. “Siccome si vota alle politiche e siccome i partiti sono ridotti a uno stato larvale io credo che debba essere esercitato un controllo centrale, da parte del governo, sulle liste. E’ proprio lì che le organizzazioni crimniali, la ‘ndrangheta in particolare, esercitano il controllo della cosa pubblica. Questo problema – conclude – non riguarda più solo la Calabria ma anche la Liguria, il Piemonte e il Lazio: sono sei i consigli comunali sciolti per ‘ndrangheta


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